Iro Bellluzzi: "Esco dal Psd, ormai una scatola vuota"
Dopo lunghe valutazioni e profonde riflessioni sono giunto ad una decisione che non vi nascondo essere molto sofferta, esco dal partito dei socialisti e dei democratici. Nella mia lunga vita politica non ho mai abbandonato il percorso segnato dal partito in cui nel 1994 mi ero iscritto, che era a quel tempo, il PSS, e che in seguito, nel 2005 diede vita insieme al partito dei democratici, al psd. Ricordo quelle fasi con grande nostalgia per l’entusiasmo che provavo: l’idea che stesse prendendo vita un grande partito della sinistra mi elettrizzava e mi riempiva di orgoglio e di speranze. In tutti questi anni la forte dialettica, troppo spesso non costruttiva, dei partiti della sinistra che purtroppo ha prodotto varie spaccature fino a determinare il panorama desolante che caratterizza la sinistra sammarinese, mi ha visto sempre e comunque impegnato all’interno del psd nella ricerca caparbia di vedere di nuovo germogliare una formazione politica che fu, nella storia della repubblica, il partito più grande della sinistra. Certamente se non ci fosse stato questo grande legame di cui ho prima detto con l’idea di un forte e coeso partito della sinistra, già da tempo avrei abbandonato il partito in cui fino ad ora ho militato, almeno da due anni. Quest’idea mi ha fatto resistere, questo oltre al fatto di non volere arrecare danno alla lista npr che, senza di me, forse avrebbe visto ridimensionare la rappresentanza numerica all’interno del governo. Ad oggi però lo sguardo che rivolgo al psd è oramai senza veli e quello che vedo è una scatola vuota che non riesce più ad interpretare nella propria azione politica le istanze del proprio corpo elettorale: non credo che essere al governo significhi annullare completamente la propria identità politica per dimostrare di essere un alleato fedele. Sono molto addolorato del fatto che il psd e la sua classe dirigente sembra essersi persa e non avere chiaro in mente quelle che sono le istanze e i bisogni delle persone che danno loro il voto, che affidano nelle loro mani il loro futuro, una specifica idea di futuro colorata dei colori della sinistra liberale. Se avessi voluto seguire l’approccio litigioso che purtroppo caratterizza gran parte della politica attuale avrei potuto percorrere le opportune vie per contestare le azioni e le scelte che hanno caratterizzato questi ultimi periodi della dirigenza del partito: violazioni allo statuto, tesseramenti disattesi (l’ultimo mi sembra risalga al 2017) , direzioni mai convocate, costituzione in maniera a dir poco “creativa” di una segreteria del partito. Tutto ciò perché potesse essere diretto da pochissimi, forse eterodiretti, che potessero decidere senza azionare nessuno degli organismi di decisione democratica e confronto che caratterizzano le formazioni politiche organizzate. Ma la cosa che più mi addolora è poter toccare con mano quello che il psd ha perso in questi anni e dimenticato: ha lasciato indietro i suoi elettori, ha lasciato lungo la strada tutti coloro che anche in vista delle scorse elezioni si sono fatti parte attiva, tutti coloro che hanno accettato di candidarsi solo con la volontà di aiutare il psd. Ciò che rappresenta la linfa e la forza di una formazione politica, il confronto e la collegialità, sono stati dimenticati : sono trascorsi più di due anni dalle scorse elezioni e non c’è stato più un momento di coinvolgimento e di confronto fra gli iscritti. Di questi giorni sono le dichiarazioni del Segretario Pedini che constata la avvilente situazione in cui versa la sinistra sammarinese: il Segretario di Stato richiama al dialogo gli uomini che la dovrebbero rappresentare e sicuramente con lui o con altri non avrei nessun problema, ma non posso dire lo stesso nei confronti di chi non è riuscito a rescindere il cordone ombelicale con i vecchi modi e con la vecchia politica. Mi risulta ora impossibile condividere pensieri e progetti con chi per soddisfare non si sa quali interessi è pronto a pugnalarti alla schiena ma anche con chi, pur non animato da queste logiche, non è stato in grado e non è in grado, o non è in fondo interessato, a far saltare certe logiche. Ritengo che l’urgenza di ricostruire un’area della sinistra sammarinese non ci conceda tanto tempo da sprecare con la pantomima dei soliti vecchi rituali. Nel panorama politico della sinistra vedo un partito, Libera, che è già conformato e può, credo, rappresentare la casa dei socialisti e dei democratici. Nonostante infatti i tanti errori che possono aver commesso nella scorsa legislatura riconosco che hanno mostrato coraggio e determinazione nel momento in cui hanno avuto consapevolezza che ciò che stava accadendo nel mondo bancario con l’apporto di grais e savorelli non rispondeva agli interessi generali ma a quelli particolari. Così rimossero i summenzionati dirigenti e di li poco fecero cadere il governo, dando una grande dimostrazione di libertà, mostrarono di essere svincolati dai gruppi di potere che troppo spesso hanno imperversato nella nostra repubblica. La decisione che sto assumendo è difficile anche perché comporta tutta una serie di ricadute: logicamente uscendo dal psd mi trovo in obbligo ad uscire anche dal gruppo consiliare di npr. Mi dispiace lasciare in questa fase tanti colleghi con cui comunque mi sono trovato bene e che spero possano comprendermi. Allo stesso modo spero che l’aula consiliare tutta possa comprendere la mia scelta ed in particolare la maggioranza alla quale resterò fedele sia per l’impegno preso con gli elettori sia per il rispetto dei doveri che ho assunto con la sottoscrizione del programma di governo, rimanendo al contempo, però fedele anche al mio sentire nell’ottica del superiore rispetto degli interessi collettivi che non devono mai essere pregiudicati da scelte non in linea con essi. In questo momento della mia vita politica il mio imperativo è portare un contributo al rafforzamento della sinistra sammarinese perché credo che questo possa rappresentare un prezioso apporto alle tante spinose scelte che dovranno essere prese rispetto alle delicate questioni quali il debito pubblico, la riforma pensionistica, la riforma tributaria, gli interventi sul sistema sanitario nazionale ed infine la collocazione internazionale della nostra repubblica. Quelli sopra elencati sono tutti interventi sicuramente necessari che incideranno pesantemente sul nostro stato sociale sia sul presente che per il futuro, quindi occorre una sinistra ben rappresentata ed organizzata, che continui ad agire nel solco dell’equità, della solidarietà, della giustizia sociale e che abbia come stella polare un vero stato di diritto, dove la partecipazione e la condivisione delle scelte, la trasparenza degli atti rappresentino l’elemento cardine per l’agire della nostra piccola ma grande repubblica. Dunque, in conclusione, sin da ora entro come indipendente nel gruppo consigliare di Libera, sperando di contribuire veramente alla costruzione di una sinistra rappresentativa più forte che mai.
c.s. Iro Belluzzi
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