Isis, Luca Santolini: "La violenza si combatte con iniziative di pace"
Molti cittadini europei hanno avuto solo nella notte di quel tragico venerdì 13 novembre la percezione della violenza dello Stato Islamico, per il semplice motivo che la nostra cultura ha ancora oggi la tendenza ad essere eurocentrica, se non addirittura italocentrica, se non addirittura sammarinocentrica.
Ma quelli che l’enfasi mediatica ha ormai soprannominato i “tagliagole” sono in azione da anni in quei territori, martoriati da un secolo di conflitti pressoché perenni e in cui, dopo la destituzione forzata di Saddam Hussein e la guerra civile siriana, si è volutamente creato un vero e proprio vuoto di potere.
Il Consiglio Grande e Generale, nel corso della seduta appena conclusa, ha licenziato un Ordine del Giorno molto importante, a seguito dei fatti di Parigi. Qualcuno potrebbe considerarlo il solito doveroso messaggio di vicinanza, in un’occasione tragica per un Paese vicino come la Francia, la cui storia si è incrociata più di una volta con i destini di San Marino e dei suoi cittadini. Ma non è così.
L’Ordine del Giorno approvato all’unanimità ed elaborato con il contributo di tutte le forze politiche presenti in Consiglio ha riconfermato un principio fondante su cui si poggia la storia della nostra Repubblica: la violenza non si combatte con la violenza, ma con iniziative di pace e dialogo.
Lo ha fatto con fermezza, nonostante l’escalation di violenza, le migrazioni, l’approccio troppo spesso sensazionalista con cui i grandi media nazionali si stanno occupando di questi argomenti, stiano provocando fra la popolazione il rafforzarsi di istanze di chiusura e di limitazione di diritti, nonché venti di guerra.
Quest’onda di paura di orwelliana memoria, facile da cavalcare elettoralmente, ha provocato in altri Paesi contrasti fortissimi a livello politico. Così non è stato a San Marino.
La politica sammarinese è rimasta unita nella condanna nei confronti di ogni tipo di violenza, come è rimasta unita nell’identificare le cause del terrorismo nella destabilizzazione di intere aree, nel traffico di armi e nei finanziamenti occulti a frange violente. Conflitti scatenati in nome di interessi geolopolitici che nulla hanno a che fare con uno scontro di culture o di religioni e che si possono risolvere solo con il dialogo fra le popolazioni coinvolte.
Questo è un aspetto che ritenevo importante sottolineare e che dovrebbe rendere i nostri cittadini, sempre più sfiduciati dall’emersione della questione morale, un po’ più vicini alle Istituzioni del loro Paese.
Istituzioni di cui credo sia necessario tornare ad avere fiducia, impegnandosi in prima persona per cambiare quello che non va, per poter uscire dalla crisi che ci ha investito.
Comunicato stampa
Luca Santolini (Civico 10)