It-Wallet: app in tilt per l’elevato numero di accessi. Anche i cittadini riminesi subiscono le conseguenze della trascuratezza del Governo in materia di digitalizzazione

It-Wallet: app in tilt per l’elevato numero di accessi. Anche i cittadini riminesi subiscono le conseguenze della trascuratezza del Governo in materia di digitalizzazione.

A partire da oggi è operativo il portafoglio digitale (o It-Wallet) all’interno dell'app Io. O almeno dovrebbe. L’utilizzo del condizionale è d’obbligo se, come sta accadendo da questa mattina, alla prova dei fatti lo strumento – ideato per consentire il caricamento sullo smartphone di documenti quali patente, tessera sanitaria e carta della disabilità, la cui versione digitale viene così completamente equiparata per valore e validità a quella dei documenti cartacei – risulta pressoché impossibile da utilizzare. Sin dalle prime ore della giornata si sono infatti moltiplicate le segnalazioni da parte di utenti che non sono riusciti ad effettuare alcun caricamento e che, proprio nel tentativo di effettuare l’operazione, hanno visualizzato all’interno dell’applicazione un messaggio di errore. È verosimile ritenere che il blocco sia dovuto ad un sovraccarico del sistema, su cui stanno confluendo un elevato numero di richieste, tuttavia viene spontaneo chiedersi come in fase di progettazione e realizzazione dello strumento non sia stata presa in considerazione l’eventualità, ampiamente prevedibile, che appunto potessero verificarsi dei picchi di accesso, in particolare nel giorno del lancio, e non siano quindi state preventivate opportune contromisure tecniche. E ci chiediamo anche come episodi di questo tipo si concilino con le altisonanti dichiarazioni in merito da parte di esponenti del Governo che, sottolineando come la digitalizzazione costituisca “una priorità” per l’esecutivo, hanno annunciato stanziamenti per un miliardo di euro per l’intelligenza artificiale. Se solo per un elevato numero di accessi uno strumento pensato per facilitare agli utenti l’accesso ai documenti e snellire alcune farraginosità burocratiche va in tilt, come è possibile pensare di digitalizzare il Paese? E ancora: come possono le stesse istituzioni chiedere ai cittadini di utilizzare gli strumenti digitali per un numero sempre maggiore di operazioni, in particolare di natura amministrativa, se poi la stessa Pubblica Amministrazione non è in grado di gestire piattaforme e applicazioni? Considerando anche il mancato utilizzo dei fondi del PNRR nonché l’assenza di un Ministero dedicato all’innovazione tecnologica, l’impressione è che in realtà l’esecutivo ritenga quantomeno trascurabili le questioni relative alla digitalizzazione e che non sia stata elaborata una strategia politica in materia. E, come spesso accade, a farne le spese sono i cittadini, su cui si ripercuotono le conseguenze delle mancanze e delle criticità presenti a livello istituzionale. Le lacune che il nostro Paese si trova a dover colmare in tale ambito sono ampie e gravi e se queste sono le premesse sarà, purtroppo, molto difficile farlo.

cs Federconsumatori Rimini

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