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Ius: rappresentatività, facciamo chiarezza!

21 mar 2016
Ius: rappresentatività, facciamo chiarezza!
Credeteci, inviamo questo ennesimo comunicato sulla rappresentatività non per alimentare polemiche, ma per spiegare e fare chiarezza.
Qualche giorno fa Anis ha comunicato di rappresentare nel settore manifatturiero 153 aziende delle 495 esistenti nel settore.
Il progetto di legge sulla rappresentatività permette ad Anis di stipulare un unico contratto collettivo nazionale di lavoro con valore erga omnes.
Eppure anche se esistesse un’associazione datoriale che rappresentasse tutte le restanti 342 aziende (69%) dello stesso settore, questa associazione non potrebbe stipulare, sempre secondo il progetto di legge sulla rappresentatività, il contratto unico con valore erga omnes.
Quindi chi rappresenta il 31% delle aziende (Anis) può stipulare il contratto, ma chi ne rappresenta il 69%...no.
Questa distorsione è possibile perché il progetto di legge riconosce il potere di stipulare il contratto all’associazione che rappresenta il 51% dei dipendenti occupati nel settore (ed Anis ne ha 4.352 su 5.279, quindi ben oltre il 51%). Questo è un principio nuovo introdotto dal progetto di legge. E’ un’alchimia che prevede di contare i dipendenti anziché i datori, anche nel determinare la rappresentatività delle associazioni datoriali (associazioni datoriali!).



L’organizzazione Internazionale del Lavoro, interrogata, ha avvallato questo principio sostenendo che “il campo di applicazione pratica del contratto riguarda i lavoratori”, eppure, con il dovuto rispetto, cade in errore. Infatti dice solo una mezza verità, perché il campo di applicazione pratica di un contratto riguarda sì i lavoratori, che sono tra l’altro già rappresentati da un sindacato, ma riguarda allo stesso modo, ugualmente, ciascun datore di lavoro, che pure è nella stessa maniera portatore di interessi e di diritti nel rapporto di lavoro. La stessa organizzazione internazionale del lavoro ha comunque anche scritto, nella sua relazione, che non esiste un’unica soluzione, ma tante soluzioni possibili che devono essere scelte dai soggetti direttamente interessati. E a noi, soggetti direttamente interessati, questa possibilità di scelta non viene concessa.
Per evitare la sopra descritta distorsione è necessario dividere i contratti tra quelli della grande industria (che occupa molti dipendenti) e quelli della medio-piccola (che hanno proporzioni diverse), in maniera tale che ciascun settore possa tutelare i propri diritti ed evitare che le grandi aziende dettino legge per le medio-piccole e che le medio-piccole dettino legge per le grandi.
Non abbiamo nulla contro l’associazione Anis, alla quale portiamo invece sincero rispetto. Semplicemente tale rispetto lo pretendiamo anche noi.
Il progetto di legge sulla rappresentatività mette a rischio l’esistenza di storiche associazioni datoriali.

Imprenditori Uniti Sammarinesi

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