l paradigma passato e la nuova prospettiva
Nella Giornata Internazionale delle Donne, Area Democratica intende fare il punto per comprendere le sfide ancora sul tavolo, oltre a celebrare e ricordare le grandi donne protagoniste delle conquiste democratiche fondamentali per la società civile. L’ultimo anno è stato pesante per tutti ma ancora una volta il peso maggiore si è concentrato sulle spalle delle donne; tra lavoro a distanza, lavoro precario, disoccupazione, carico della Didattica a Distanza e - in molti casi purtroppo - l’impossibilità di evadere da una “casa- prigione” con la devastante conseguenza del drammatico esplodere dei casi di violenza e abusi durante i lockdown. In una società che si è trovata spiazzata dalla pandemia, spesso le ricette si sono limitate a riproporre vecchie soluzioni, revisionismo e messa in discussione di conquiste che si pensava fossero finalmente sicure; ed ecco il riemergere della disoccupazione con la discriminante del sesso, la precarietà, un lavoro non di qualità, per poi passare alle forzature a livello di diritti umani e di salute, con la sempreverde miopia che non comprende il ruolo strategico delle donne nell’economia, nella politica e in ogni ambito della società. Per sottolineare quanto sia da sempre trasversale la questione femminile , vogliamo ricordare una celebre frase di Tina Anselmi: “La presenza femminile in politica, nei posti cosiddetti "di potere", non serve soltanto alle donne, ma serve a migliorare la qualità della società. Per tutti”. Questo significa ripensare la società che siamo oggi fin dalle fondamenta e quella che stiamo lasciando in eredità: quale è la qualità del lavoro, il riconoscimento delle competenze; quali sono i diritti che stiamo agevolando e quali stiamo bloccando? Rispondere a questa domanda significa comprendere che il ruolo e i diritti delle donne sono profondamente legati al contesto sociale, culturale e produttivo del Paese; perché se non fosse sufficiente approcciarsi a questo tema dal punto di vista dei diritti, possiamo prendere in considerazione la prospettiva economica, in modo tale che anche chi, ancora oggi, mischia le prerogative dello Stato a quelle di credenza religiosa, possa comprendere il danno che sta provocando non alle donne, ma a tutta la comunità, nessuno escluso Dai report dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e della Banca Mondiale emerge che gli Stati che investono sulle donne hanno un’economia migliore, un migliore accesso al mercato del lavoro e ai servizi, una macchina pubblica più efficiente, una migliore percezione della sicurezza e della qualità della vita. La facilità di accesso e “possibilità di salita in carriera" nel mercato del lavoro da parte delle donne rappresentano un metro di valutazione dell’efficacia delle politiche di sviluppo e del lavoro che si mettono in campo. Arriviamo quindi al secondo grande tema che, come Area Democratica, vogliamo celebrare in questa giornata: i diritti. I diritti civili, quelli dell’autodeterminazione e dell’integrità della persona che a San Marino non sono ancora riconosciuti pienamente. Sono diritti fondamentali delle donne quelli dell’avere il controllo e decidere liberamente e responsabilmente circa la propria sessualità, inclusa la salute sessuale e riproduttiva; non sono privilegi, non è “buonismo” e non è “il male”, ma è il riconoscimento pieno della persona e della sua capacità di decidere del proprio corpo, del supporto che lo Stato deve attivare per non escludere, non nascondere bensì proteggere le proprie cittadine lungo il percorso della propria vita, senza giudicare. Questo è il grande tassello mancante nel panorama dei diritti civili che San Marino ha, preso com’è dai rigurgiti di una dottrina politica fortemente ideologizzata e indirizzata da forze che contrastano con la laicità che da sempre ci appartiene; una politica patriarcale che insidia questo grande traguardo che, auspichiamo, possa essere raggiunto in breve, con il supporto di tutte le cittadine e tutti i cittadini sammarinesi.
Area Democratica