Il sistema bancario sammarinese è in difficoltà da molto tempo, fin dal precipitare del nostro Paese nelle varie liste nere, dalle quali ci siamo tirati fuori con uno sforzo enorme. Purtroppo gli anni della finanza allegra hanno lasciato molte macerie, anche nelle stesse banche superstiti e non solo nei conti pubblici. Gran parte del debito pubblico odierno, maturato nel corso di molti anni, e non solo negli ultimi tre, come falsamente si vorrebbe fare credere, è scaturito da interventi nel settore bancario. Tutte queste situazioni sono ormai ben conosciute, ma c’è un’eccezione. E’ il caso della banca fantasma. Questa banca si chiama Banca Nazionale Sammarinese, BNS in sigla, nata in maniera estemporanea nell’estate scorsa dalle ceneri di Banca CIS. Dopo le ben note vicende giudiziarie della Banca CIS, che ancora non hanno trovato una definizione, si è proceduto all’applicazione di una nuova legislazione sulle risoluzioni bancarie che ha evitato il famigerato bail-in, ma sta creando una voragine di debiti a carico dell’erario pubblico, voragine che via via si sta ampliando. Uno dei motivi della nascita di questa banca era anche la salvaguardia dei posti di lavoro, che a distanza di mesi è diventata purtroppo una chimera. Alla fine di questo percorso, da qualcuno imprudentemente presentato come virtuoso, i Sammarinesi si troveranno con un ulteriore debito cui fare fronte nell’ordine di molte decine di milioni di euro (temiamo addirittura centinaia). I Sammarinesi si troveranno anche con molte decine di lavoratori, che sono stati pagati dall’estate scorsa fino ad oggi, in gran parte senza lavoro, persone che purtroppo andranno a ingrossare le file dei disoccupati. Il nuovo Governo, insediato dal dicembre scorso, si è prontamente occupato del Collegio Garante, con la forzatura mai vista della nomina di tutti i suoi membri da parte della sola maggioranza e di altre forzature sul Tribunale, ma non ha trovato il tempo di occuparsi della banca fantasma, fortemente voluta. Repubblica Futura, nell’estate scorsa, si è impegnata nella preparazione e nell’approvazione della legge sulle risoluzioni bancarie, intesa soprattutto come salvaguardia dei risparmiatori. Parimenti, a tutela del bilancio pubblico, ha sempre raccomandato di approfondire l’opportunità di vendere Banca CIS, una volta messi fuori gioco i suoi precedenti proprietari, mettendo in campo ogni strumento e incentivo per non addossare ancora una volta l’ennesimo buco bancario alle tasche dei Sammarinesi. Purtroppo, in maniera che ancora non comprendiamo, Banca Centrale e gran parte delle forze politiche dell’attuale Governo si sono opposte aprioristicamente alla opportunità di indagare fino in fondo una possibile vendita, vendita che – sia bene inteso! – non avrebbe dovuto avvantaggiare in alcun modo la precedente proprietà e/o dirigenza di Banca CIS. Se qualcuno pensava di fare un dispetto al famigerato uomo nero, alla fine l’effetto è stato quello di fare un dispetto al bilancio dello Stato, e quindi a tutti i Sammarinesi, addossandosi l’ennesima pesante perdita bancaria. Già abbiamo assistito a regalie varie ad alcuni imprenditori privati, come quella di un monopolio ad una società privata. Purtroppo ci pare che le logiche del passato, di un passato che credevamo ormai lontano, in cui regnavano personalismi, soprusi e favori, talora lautamente ricompensati, stia tornando prepotentemente. Mentre, infatti, si prodigano a piene mani favori a qualche privato, come nel caso più recente di un monopolio, chi sta pensando al bilancio pubblico? Chi sta pensando alla voragine della banca fantasma? Ai suoi dipendenti? Chi sta pensando infine al presente ed al futuro del nostro sistema bancario e finanziario?
Repubblica Futura