La Camera Penale di Rimini aderisce alla mobilitazione promossa dall’Unione delle Camere Penali Italiane
La Camera Penale di Rimini aderisce alla mobilitazione promossa dall’Unione delle Camere Penali Italiane, che ha indetto l’astensione dalle udienze per solidarizzare con l’iniziativa di protesta indetta dalla Camera Penale di Verbania in relazione alla sorprendente decisione adottata dal Presidente del Tribunale piemontese, che ha revocato la assegnazione del fascicolo sulla tragedia della “Funivia Mottarone” al GIP Dott.ssa Banci Buonamici, a seguito delle scarcerazioni disposte da quest’ultima nell’udienza di convalida degli arresti. Tale provvedimento rischia, infatti, di mettere a repentaglio la garanzia costituzionale del “giudice naturale”. Torna, allora, di assoluta attualità ed urgenza la battaglia per la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri, per la quale nel 2017 le Camere Penali - tra le quali Rimini ha fornito un significativo contributo - hanno raccolto in tutta Italia più di 70mila firme di cittadini italiani sulla proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare. Nella mattinata di giovedì 24 giugno i rappresentanti della Camera Penale di Rimini saliranno sul palco allestito a Roma, in Piazza Cavour di fronte alla Suprema Corte di Cassazione, per prendere la parola al microfono e ribadire la urgente necessità di separare le carriere tra i magistrati requirenti e quelli giudicanti, in nome della terzieta’ del giudice. Durante la manifestazione dal titolo “Se non oggi, quando?”, prenderanno la parola al microfono i più illustri esponenti delle Camere Penali Italiane, che si alterneranno agli interventi dei rappresentanti nazionali delle forze politiche che hanno annunciato il sostegno in Parlamento alla approvazione della “Grande Riforma”. Rimini, 24 giugno 2021 Dichiarazione del Presidente Camera Penale di Rimini, Avv. Alessandro Sarti: “Secondo i principi espressi dalla nostra Carta Costituzionale, il processo è conforme a giustizia quando si celebra in condizioni di parità tra le parti davanti ad un Giudice terzo e imparziale. Nell’attuale assetto normativo chi giudica non è terzo rispetto all’accusa e alla difesa perché è un collega del pubblico ministero. Sono entrambi magistrati che hanno una storia formativa comune: hanno seguito i medesimi studi, hanno vinto lo stesso concorso e sono, altresì, soggetti al medesimo organo di disciplina. Questo non è accettabile se si vuole realmente un giusto processo.”
Per la Camera Penale di Rimini "Veniero Accreman"
Il Presidente Avv.Alessandro Sarti
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