Mercoledì scorso si è tenuta, in Commissione IV, l'audizione dei vertici ISS (Comitato Esecutivo), richiesta dai commissari di opposizione per avere chiarimenti sulle forti criticità in cui versa la nostra Sanità. Criticità che pare senta -in modo preoccupante- solo l’utenza. La percezione del dibattito che abbiamo avuto, ascoltato in diretta radio, lo definiamo indolente e abulico. Le domande dei commissari e dei consiglieri d'opposizione, che hanno con veemente forza politica richiesto questo incontro per fare chiarezza sull'andamento dell'Istituto, sono state forti, di peso, ficcanti e ben mirate. Per contro le risposte ricevute sono risultate evasive, contraddittorie e per certi versi anche volte a schivare e raggirare con sapiente arte politica dialettica di chi tanto favella e poco conclude. I temi sollevati sono stati tanti: si è parlato della COT, del reparto oncologico, del robot chirurgico, della soddisfazione dell'utenza. La cosa che ha colpito noi di Demos è la sensazione di una assoluta mancanza progettuale in ambito ISS. La COT (centrale operativa territoriale) sbandierata come il nuovo che avanza, magnificato -pochi mesi fa- dai dirigenti come - soluzione migliore per riportare un "filo" diretto tra paziente e medico- oggi sembra essere invece un cappio con nodo scorsoio, per quanto ancora ci si ostini nella magnificenza delle valutazioni, i cittadini lamentano ore d'attesa per ricevere risposte e di file telefoniche. Nelle serate pubbliche da noi tenute nei castelli di Chiesanuova e Faetano i cittadini ci avevano portato a conoscenza di situazioni al limite del surreale o del grottesco, ma pare che invece fili tutto liscio, e si snocciolano numeri senza senso sulle chiamate attese da questo servizio. Nelle stesse nostre serate, Demos ha spiegato la sua idea di sanità pubblica, intesa al ritorno sul territorio, potenziando gli ambulatori e rivalutando la figura del medico di base, con il prospetto di un ritorno all'antico e caro medico di famiglia che tanta sicurezza ed empatia creava con i malati. Serve una riorganizzazione urgente del servizio territoriale creando una netta indipendenza tra i servizi ospedalieri e quelli sul territorio che portano in loro necessità e approcci diversi con gli utenti. C'è poi la situazione da limbo dell'oncologia e cardiologia fatta di consulenze, tanti progetti, obiettivi e poche certezze che ci lascia perplessi e preoccupati. Il governo, fatto anche da chi ha sempre aggredito i consulti come sprechi, ha ben prodotto poco in ordine di risultati ottenuti, a parte le tante chiacchiere sulla telemedicina, -cosa che ci mette i brividi solo per quanto di transumanesimo trasuda da un termine del genere- non ha portato dati che possano comunque giustificare una spesa di 500.000€. Per quanto riguarda il nuovo ospedale tante chiacchiere e tanti dobbiamo capire se…, ma questo è un altro capitolo che necessita di maggiore approfondimento. Noi di Demos abbiamo sempre parlato di una crasi possibile tra pubblico e privato. Ricercare un equilibrio di collaborazione e che la seconda non prevarichi l’altra per inefficienza e scarsa qualità della sanità pubblica. L'idea che si ha negli ultimi anni e ancor più oggi è invece una volontà di indirizzare l’utenza a pagamento e abbassare la richiesta di cure nel servizio pubblico in modo di risparmiare e investire solo se c’è da incassare velocemente generando sempre più una giungla di inefficienza e scarsità di risorse, inutile in special modo a chi ha necessità di salute. In questo marasma, per non dire miasma assurdo, si sta muovendo la sanità del nostro paese, noi di Demos come al solito chiamiamo a raccolta i nostri simpatizzanti e sostenitori, i cittadini e trovare soluzioni. Il Paese è nostro, la sanità più che mai una necessità, serve chiarezza, equilibrio e risposte pronte per un'utenza sempre più avvilita, frustrata e bisognosa di essere seguita.
Cs - Demos