Lavoratori frontalieri, Petitti: ”Bene i segnali sulle pensioni degli ex frontalieri, ma rimane tanto da fare
"Sono circa settemila famiglie coinvolte, di cui più del 70% provenienti dalla provincia di Rimini, pari a più del 30% della forza lavoro impiegata oltre confine, un paese intero. L’Emilia-Romagna c’è, ma serve più coraggio dal Governo”
Segnali positivi sui pensionati, ma rimane ancora tanto da fare per i diritti dei lavoratori, l’Emilia-Romagna c’è, ci chiediamo cosa ne pensi il Governo, a cui chiediamo più coraggio e risorse. Parliamo di circa settemila famiglie, che nella stragrande maggioranza vivono nella provincia di Rimini, e rappresentano più del 30% della forza lavoro oltre confine. Sono praticamente un paese intero, un paese attivo ed economicamente di grande valore per i volumi che genera, che chiede semplicemente di poter lavorare con gli stessi diritti e servizi di tutti gli altri. Certo la giornata di ieri ci ha dato finalmente un segnale positivo, in cui il dato da accogliere con grande soddisfazione è quello del primo giudizio favorevole ai pensionati ex frontalieri da parte della commissione tributaria, rispetto alle cartelle esattoriali ricevute dall’Agenzia delle Entrate. Le sentenze hanno confermato che il reddito da pensione deve essere tassato solo nel paese di erogazione della pensione. Un bel segnale, ma rimane tanto da fare e serve l’impegno di tutte le Istituzioni. Il tema dei lavoratori frontalieri rappresenta per la regione Emilia-Romagna un impegno importante, per i volumi economici prodotti e le conseguenze sociali che genera. Un impegno concretizzato dalla recente risoluzione presentata dal PD all’Assemblea regionale (con prima firma della consigliera regionale Nadia Rossi) per impegnare la Regione a lavorare con il Governo al fine di trovare, con la Repubblica di San Marino, una linea comune che tenda alla stabilizzazione dei lavoratori frontalieri. I lavoratori frontalieri fanno certamente la fortuna delle imprese sammarinesi, ma contribuiscono anche all’economia dell’Italia (e in particolare del territorio riminese) dove tornano ogni sera, dove vivono e portano a scuola le loro figlie e figli e, in buona parte, spendono i loro stipendi. Per questo è interesse di entrambi i Paesi sostenerli reciprocamente, senza zone grigie interpretative (come questa relativa alle doppie imposizioni) che, il più delle volte, significa penalizzare i redditi e le pensioni di queste famiglie. Il segnale dato dalla Commissione tributaria è importante anche in questa direzione, aiuta a fare chiarezza e ci indica una strada, della legalità e dei diritti, che la Regione Emilia-Romagna dovrà continuare a seguire, senza esiti, come uno dei primi impegni del nuovo mandato.
cs Emma Petitti
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