Legge di bilancio – assolutamente inaccettabile la tassazione sui capitali detenuti all’estero
non sono state accolte nessuna delle nostre proposte in termini di sviluppo e spending review.
permane lo spirito di criminalizzazione delle piccole medie imprese e lavoratori autonomi in generale (si veda articolo 31 legge di bilancio) e ciò a conferma che il governo non tiene in alcun conto le istanze delle associazioni economiche, dimenticandosi che senza investitori, senza imprese non vi sono né posti di lavoro, né entrate erariali, né la possibilità di ottenere risorse per il rilancio economico del paese: concetti elementari che sembrano non essere compresi dal Governo.
verrà addirittura introdotta una disposizione che colpisce residenti a San Marino che detengono i propri risparmi all’estero nella misura del 1,5% e questo, darà il colpa di grazia alla possibilità di attrarre nuovi investitori. Una previsione, che non è stata oggetto di confronto con le parti economiche ma portata al tavolo del “confronto” come decisione già assunta, alla faccia della concertazione che il governo sta dimostrando di voler portare avanti solo con una parte delle categorie sociali.
Prevedere una tassazione sui capitali detenuti in maniera trasparente all’estero e già precedentemente tassati, rappresenta di fatto una doppia tassazione della stessa base imponibile nonché una piena violazione del principio di libera circolazione dei capitali. Colpisce i residenti, ma indirettamente anche possibili investitori. Infatti a poco serve prevedere esenzioni per i pochi nuovi residenti che sono venuti a San Marino per motivi imprenditoriali: il messaggio che ne esce come sistema Paese è assolutamente negativo; sapere che lo Stato in cui si risiede, a causa delle problematiche interne e non risolte del sistema bancario, tassa i capitali detenuti all’estero, non farà altro che allontanare gli imprenditori ed investitori in generale.
Non è così che si risolvono i problemi del sistema bancario, questo è solo un tentativo di sopravvivenza che OSLA rifiuta in maniera categorica, è solamente aprendosi in primis all’Italia, firmando al più presto il Memorandum d’Intesa, che si può sperare di rilanciare il sistema bancario. Chiudersi in noi stessi e obbligare i residenti a trattenere i capitali delle nostre banche, avrà solamente l’effetto contrario e darà l’immagine di un Paese non sicuro e inaffidabile, rischiando in tal modo l’implosione del sistema.
OSLA, di fronte ad un atteggiamento del genere che denota non un confronto bensì un’arrogante imposizione di disposizione legislative non condivisibili ed inaccettabili, comunica l’intenzione di coinvolgere tutte le associazioni di categoria, compresi i liberi professionisti per intraprendere iniziative volte ad impedire l’introduzione di norme altamente lesive per il futuro del nostro Paese.
Cs Osla