Legge sulla rappresentatività: Ridotti i diritti dei lavoratori, azzerata la meritocrazia nelle Organizzazioni Sindacali
contrastata, sia sul piano giuridico che su quello politico, ma mai sulle proposte concrete relative al mondo del lavoro.
Evidentemente un progetto troppo innovativo per l’attuale classe dirigente, la quale non riesce tutt’ora a cogliere la valenza di nuove idee e di una moderna “visione” del mondo del lavoro, che ponga al centro gli ovvi comuni obiettivi da perseguire fra chi lavora e chi offre lavoro, la differenza sta solo nel livello delle responsabilità degli attori in gioco.
L’evidente atteggiamento di larga parte dell’attuale classe dirigente, tipico dei giorni passati, che vede protagonista una incoerenza di fondo fra gli argomenti sostenuti e i fatti compiuti, fa emergere tutta la fragilità di un sistema San Marino al suo interno, ma in molti casi anche all’esterno della stessa Repubblica.
Il governo delle sfide che ci aspettano, non può che essere caratterizzato dall’assunzione di responsabilità e dalla coerenza di chi è chiamato a fare scelte che incidono sul sistema nella sua globalità, senza anteporre a queste ultime interessi tipicamente di parte che ricadrebbero, negativamente, nel medio lungo periodo sull’intera collettività.
Per stare al tema sindacale, la legge sulla rappresentatività, appena approvata in
commissione con nove voti favorevoli e tre contrari, così come opportunamente dichiarato da qualche componente della stessa, avrà l’effetto di garantire maggiormente coloro che sono da tempo presenti sul territorio, contrastando così “De facto” la necessità di dare spazio a nuove idee e a nuove proposte, riducendo così al minimo il livello della meritocrazia.
Al contrario, è di quest’ultima invece che il paese ha veramente bisogno, in tutti gli ambiti, al fine di creare così un substrato culturale all’interno della Repubblica di San Marino, tale per cui, talenti giovani e meno giovani che si vogliano cimentare nelle sfide del terzo millennio ne abbiano la possibilità, senza esserne limitati dalle leggi proposte, che al contrario dovrebbero appunto incentivarla.
L’indubbio effetto di tale atteggiamento, è quello di vedere le nostre “migliori risorse umane” non utilizzate ai fini della crescita sociale ed economica del paese, o addirittura vederle emigrare in paesi nei quali le loro competenze vengono effettivamente riconosciute e messe a sistema, in sintesi, la cultura del merito non deve spaventare.
Infatti, la Legge attualmente in discussione nel paese modifica lo “Status Giuridico” del diritto del lavoro e sindacale risalente all’anno 1961, introducendo concetti che, come più volte denunciato dalla nostra organizzazione, rende pressoché impossibile costituire future Organizzazioni Sindacali, pone gravi limiti ai diritti strumentali dei lavoratori, a partire dal diritto di assemblea ed infine entra a “gamba tesa” nella gestione amministrativa delle Organizzazioni stesse.
E’ forse giunto il momento a San Marino a distanza di 55 anni, di introdurre tale cultura, quella del merito e della partecipazione attiva dei lavoratori, anche nell’ambito delle Organizzazioni Sindacali, aprendo un dibattito, relativamente alle modalità di finanziamento delle stesse, ripartendo dal rapporto “giuridico - economico”, attualmente in essere fra l’iscritto e l’organizzazione che lo rappresenta.