Libera a tutela dell'Istituto della Reggenza
Una cosa è certa: fatti che hanno visto coinvolto un Ecc.mo Capitano Reggente durante l’ultimo semestre ledono l’immagine e l’autorevolezza dell’Istituzione più rappresentativa della Repubblica e della sua storia. L’Istituzione più vicina e più rispettata dai sammarinesi. Secoli di tradizione a salvaguardia di questo Istituto rischiano di essere cancellati in un attimo se la gestione della vicenda non sarà caratterizzata da quella verità e quella trasparenza che devono necessariamente essere alla base di una comunità millenaria che guarda al futuro.
Il Consigliere Simoncini, ne siamo certi, e Libera lo auspica, avrà tutte le possibilità garantite dall’ordinamento per chiarire la sua posizione e per difendersi dalle accuse che gli vengono mosse, e che devono essere valutate solo dalla Autorità Giudiziaria.
Non è la questione giuridica che intendiamo affrontare in questo comunicato naturalmente, ma le implicazioni politiche relative alla tutela dell’istituto Reggenziale.
Perché ci sono molti eventi che ci lasciano sconcertati, a partire dall’atteggiamento omertoso di parte della Maggioranza e del Governo che dal 3 marzo tiene nascosto questo triste episodio e si inventa, facendoselo pessimamente suggerire, il fatto che il Capitano Reggente coinvolto non abbia la possibilità di rispondere e difendersi, prima della fine del mandato. È falso. Se si vuole che la “ferita” inferta alla comunità guarisca completamente – ma purtroppo la cicatrice rimarrà – occorre curarla con la verità e non con il silenzio.
Troppe volte infatti il silenzio in vicende simili la fa da padrone. Troppe volte la persona che subisce molestie, si rifugia nel silenzio per risparmiarsi vergogna e imbarazzo. Ancor più grave diventa la campagna diffamatoria nei confronti della vittima, tirando in ballo i complotti o la goliardia. Così si torna indietro di 50 anni e si vanificano decenni di lotte contro l’omertà, riproponendo il pregiudizio verso chi “forse se l’è cercata, forse ha esagerato nella reazione, forse non ha capito bene il gesto tutto sommato innocente”.
Se il governo e la maggioranza non agevoleranno un’opera di verità – al contrario di come fatto sin d’ora - butteremmo alle ortiche decenni di lotte contro le molestie sul lavoro, dopo aver appena ratificato la convenzione OIL in materia, visto che i fatti denunciati riguardano una lavoratrice, una servitrice dello Stato, che nello svolgimento del proprio lavoro potrebbe aver ricevuto una umiliazione personale che non aveva né il motivo di subire né il dovere di tacere.
Nessuno se la prenda a male per questa doverosa presa di posizione, che peraltro è assolutamente equiparabile a quella del collega di Simoncini, S.E. Mussoni, che stando agli organi di stampa, non avrebbe avuto “alcuna intenzione di sottovalutare la vicenda”, proprio in difesa della credibilità della Suprema Magistratura, tutelata tra l’altro dalla rubrica XVIII degli Statuti del 1600.
Gli Ecc.mi Capitani Reggenti sono i Capi di Stato della nostra Repubblica, vigilano sul funzionamento dei poteri pubblici e delle istituzioni e rappresentano tutti i cittadini, che in essi hanno il diritto di trovare un modello da seguire e il rigoroso rispetto delle regole. Libera dunque nel pieno garantismo e non certo per strumentalizzare politicamente una situazione delicatissima, chiede che in attesa della dovuta chiarezza sui fatti da parte del Tribunale, nessuno si azzardi a creare complotti o minimizzare l’accaduto, nessuno provi direttamente o meno a delegittimare chi ha denunciato una presunta molestia o ad intimorire chi sarà chiamato a raccontare i fatti.
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Comunicato stampa
Libera – San Marino