Libera. Alessandro Mancini: infranto il legame di fiducia con i sammarinesi
Dispiace doversi “giustificare” nello scrivere un articolo di pubblico interesse. Ma mai vorremmo che qualcuno pensasse che la si volesse mettere sul personale. La politica è politica. E chi si impegna in questo settore ha il dovere di fornire risposte. E soprattutto essere trasparente. Non possiamo dunque permettere che un fatto piuttosto particolare, per utilizzare un eufemismo, finisca in cavalleria. Come ormai tutti i sammarinesi sanno, solo il Consigliere Alessandro Mancini, tra i 60 componenti il Consiglio Grande e Generale, non ha autorizzato la pubblicazione integrale delle sue sofferenze bancarie, che sono i debiti che, a parere di una banca, il debitore non è in più grado di estinguere.
L'adempimento è facoltativo ed è previsto dal codice di condotta dei parlamentari, entrato in vigore lo scorso anno, su raccomandazione del Greco, l'organo anti-corruzione del Consiglio d'Europa. Innanzitutto, va detto, che il codice di condotta, così come formulato, è un po’ all’acqua di rose. È impensabile che non siano previste sanzioni in caso di inadempienza. In realtà questo vulnus, mette ancora più in luce, semmai ce ne fosse bisogno, il grave problema in capo al Consigliere Mancini. Il quale se non può essere completamente trasparente, deve trarne le dovute conseguenze. Tanto più che Mancini è persino Presidente della Commissione Finanze che a breve si dovrà occupare proprio del progetto NPL!
A RTV Mancini ha dichiarato: “Non ho potuto dichiarare tanti beni detenuti all'estero... come per fortuna hanno altri colleghi... perché non li ho, e ho dichiarato anche le mie sofferenze personali. Da terzi mi è stato chiesto di essere tutelati e mi sembrava giusto e corretto tutelare i terzi”. Come si dice? La pezza è peggio del buco. Molto peggio. Mancini vuole tutelare “terzi”. Ma lui nella sua veste di Consigliere deve tutelare solo ed esclusivamente una categoria: i sammarinesi. Quello che dice Mancini è gravissimo e rappresenta una ammissione di colpa enorme. Mancini spiega e mette nero su bianco alla tv pubblica di essere di fatto in palese conflitto di interessi. Gravissimo poi che gli stessi Consiglieri di Maggioranza – tutti non solo quelli del suo partito - accettino tale situazione. Come può il Parlamento accettare di avere un presidente della Commissione Finanze in conflitto di interessi verso “terzi”? Siamo certi, certissimi, che in altri tempi, un movimento come Rete avrebbe provocato una sommossa popolare.
A nostro avviso, per rispetto del suo alto ruolo e verso i cittadini, Mancini, invece di perdere tempo e denaro per registrare e denunciare inutilmente i suoi colleghi Consiglieri dovrebbe rendere note le proprie sofferenze e in ogni caso, oramai, fare un passo indietro. È stato definitivamente rotto il vincolo di fiducia che dovrebbe intercorrere fra politica e cittadini. I quali hanno il diritto di sapere se chi siede in Consiglio ha le mani libere o deve qualcosa a qualcuno. Mancini col suo comportamento sta mettendo in difficoltà e alla berlina le stesse Istituzioni alle quali ha giurato fedeltà e che dovrebbe difendere. Lui, unico fra 60 Consiglieri, a non “potere” rendere note le sue sofferenza per tutelare “terzi”.
Libera – San Marino
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