Libera: chi ha ragione, Rete o Marco Gatti?
Il comma dedicato all’esame dei decreti che permetteranno al Governo di indebitare il Paese per 350 milioni di euro al tasso annuale del 6,5% si è concluso come da previsioni e quindi con il via libera unanime della Maggioranza al provvedimento. Sul merito di questa operazione abbiamo già avuto modo di esprimerci in maniera molto chiara e sicuramente, in considerazione della sua portata storica, avremmo occasione di tornarci. Il Consiglio Grande e Generale convocato con procedura d’urgenza sabato scorso ha però fatto emergere importanti novità sulle linee divergenti tenute dalle varie componenti della Maggioranza. Ci riferiamo soprattutto, ovviamente, all’Ordine del Giorno proposto in aula dal Movimento Rete. Un ODG, assolutamente non banale, che, di fatto, imputa alla Segreteria alle Finanze tutta una serie di gravi inadempienze nell’azione governativa negli ultimi 3 anni e mezzo. Il Movimento di Roberto Ciavatta, che non era presente in aula, accusa nei fatti il Segretario Marco Gatti di non avere portato a terra “decisi interventi finanziari finalizzati ad un graduale riequilibrio della finanza pubblica il cui bilancio sembra destinato a crescere” e lo vincola a tutta una serie di azioni tra le quali il deposito della riforma IGR entro il prossimo luglio e la presentazione di un piano di rifinanziamento che consideri in via prioritaria la soluzione interna. È stato semplice per i nostri consiglieri in aula parlare immediatamente di sfiducia alla Segreteria alle Finanze o perlomeno di un deciso commissariamento. Tralasciamo per il momento commenti sul goffo tentativo da parte di esponenti di Rete di minimizzare, con gli ultimi interventi, la portata politica dell’ODG, siamo purtroppo ormai abituati a questa strategia poco efficace del “lanciare il sasso e nascondere la mano”. La replica di Gatti non si è comunque fatta attendere in quanto, in un’immediata intervista al telegiornale nazionale, ha avuto modo di ribatter duramente all’”inaspettata” iniziativa retina rispondendo per le rime. Il Segretario alle finanze dice di condividere la necessità di avere un equilibrio di bilancio e una sostenibilità del debito ma evidenzia come nel documento di Rete manchi totalmente la spending review sottolineando come i due terzi della spesa del bilancio dello Stato competano alla Sanità e alla Pubblica Amministrazione che sono sotto la responsabilità politica delle Segreterie di Roberto Ciavatta e Elena Tonnini. Un contrattacco altrettanto duro alle politiche retine. Questi botta e risposta non ci appassionerebbero più di tanto in un periodo di normalità, ma forse i nostri Segretario di Stato stanno perdendo completamente il contatto con lo stato d’animo di un Paese che negli ultimi 3 anni e mezzo ha visto crollare drasticamente il proprio tenore di vita e che adesso si trova di fronte a problematiche quotidiane inimmaginabili fino a poco tempo fa. Quindi chi ha ragione? Il Movimento Rete che accusa Gatti di non avere prodotto niente o Il Segretario alle finanze che imputa direttamente a Rete di non volere un taglio della spesa corrente nelle proprie Segreterie? E se avessero ragione tutti e due? Ma il vero dramma, che nonostante oramai non riescano più a nascondere di non essere d’accordo su nulla, questi personaggi non sembrano avere la minima intenzione di terminare il loro percorso comune. D'altronde il “poltronismo” è una patologia difficile da guarire e la paura di non essere rieletti fa novanta.
cs Libera
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