Partendo e studiando i numeri del bilancio pubblico si riescono a fare analisi particolarmente approfondite e utili in questo momento storico dove non si può certamente improvvisare. I dati infatti offrono il quadro di quanto accadrà a breve al nostro Paese: - prima il discusso e secretato prestito Cargill di 150 milioni contratto con una società che ha sede nel paradiso fiscale del Delaware e costato 4.400.000 euro di interessi; -poi il bond di 300 milioni emesso nel febbraio 2021 sempre secretato e collocato da JP Morgan con cedola annuale del 3,50% e con scadenza 2023 costato complessivamente 24.900.000; -successivamente il bond di 350 milioni 2023/2027 come sempre secretato e collocato da Goldman Sachs (dealer manager) con cedola annuale del 6,5% che costerà 83.500.000 oltre ad altre commissioni aggiuntive pagate ai vari intermediari di mercato. Il costo complessivo per il Paese si aggira sui 115.000.000 di euroche è più o meno il costo di un anno della nostra sanità pubblica ed il doppio di quanto si spende per la scuola. Questo sarà uno dei problemi più importanti che la prossima legislatura dovrà affrontare. Libera in questi anni ha parlato di “debito buono”, proponendo di investire i soldi del debito in progetti di sviluppo legati all’autonomia energetica del Paese (magari in sinergia con i territori limitrofi), sulla prevenzione e su un modello di sanitàall’avanguardia, sui vari ordini e gradi della formazione ispirandosi ai modelli più avanzati del Nord Europa, sulla riqualificazione ecologica e tecnologicamente al passo con i tempi del territorio e sul sostegno all’impresa privata costituita per il 90% da piccole ed oneste attività economiche condotte dai nostri cittadini. Libera ha poi chiesto a gran voce trasparenza ed un progetto di lungo respiro sulla gestione del debito sostenendo una concreta programmazione per ridurre progressivamente il debito estero e riconvertirlo in debito interno finanziato in modo sostenibile e sicuro dai cittadini risparmiatori che non devono essere umiliati con interessi 6 volte inferiori a quelli corrisposti alla speculazione internazionale. Come farlo? Innanzitutto impegnando tutta la politica per far crescere il rating Paese, oggi fortemente declassato a causa di politiche sbagliate che hanno gravemente compromesso la credibilità finanziaria di San Marino a livello internazionale bloccandone al contempo le principali opportunità bancarie e finanziarie di operare sui mercati esteri. Sottolineando che in base agli indici di sviluppo ed agli indicatori di reddito pro-capite il nostro Paese si meriterebbe un rating internazionale AA anziché un misero BB che ci colloca in zona non-investment grade con un alto rischio sul credito pari a quellodi un paese terzomondista con tassi di interesse molto elevati sul debito pubblico. Sono poi non più rinviabili riforme e interventi strutturali quali: - un nuovo ordinamento contabile che consenta una lettura più chiara e trasparente del bilancio; - una riorganizzazione programmata e sostenibile del debito che invece di finanziare gli sprechi, la spesa corrente ed il clientelismo sia finalizzato allo sviluppo, alla ricerca ed alla realizzazione di infrastrutture moderne e di servizi a beneficio della qualità della vita dei cittadini e dei residenti nel nostro territorio: - un fondo sovrano da tanto tempo approvato dal Consiglio ma mai costituito fondamentale per dare dignità e stabilità al sistema finanziario; - un Dipartimento del Tesoro, per il quale non mancano competenze interne all’apparato pubblico, quale strumento fondamentale per sganciarsi dalle logiche speculative e spesso perverse degli advisor internazionali ed indispensabile per poter emettere e collocare bond di Stato in condizioni vantaggiose; - da ultimo ma non per ultimo una lucida e condivisa visione dell’importante accordo di associazione alla UE per saperne trarre i massimi benefici in termini di apertura internazionale, di crescita culturale, di tutela dei diritti sociali, della persona e dell’ambiente e di sviluppo economico in un momento storico in cui pur essendo il mondo ancora tanto diviso da conflitti la globalizzazione non consente più l’esistenza di isole felici chiuse in se stesse. Libera propone una rinnovata politica capace di condividere le scelte fondamentali per lo sviluppo di San Marino abbandonando i giochi di Palazzo e gli intrallazzi che vorrebbero confondere le idee ai nostri cittadini con i toni trionfalistici di una propaganda ingannevole e di basso livello messa in atto da uomini del Governo uscente e dai loro rispettivi partiti. Libera ha idee molto chiare e concrete sul cambiamento necessario e sono queste le parole chiave con cui vuole lanciare con forza la sua prospettiva virtuosa e lungimirante per il futuro di San Marino.
cs Libera