A dicembre erano tante le aspettative sia tra gli operatori del settore dell’edilizia che tra la cittadinanza in merito all’ecobonus: un intervento che nella vicina Italia sta rilanciando il comparto , soprattutto nel campo degli interventi di recupero, di valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e di riqualificazione energetica . Un traino per uscire da un periodo di stallo e di incertezza , così da poter rimettere in moto un settore importante dell’economia fatto da artigiani, imprese , tecnici . E quale miglior modo se non quello di incentivare ? A San Marino invece si é fatto tutt’altro e la manovra finanziaria , non sarà altro che uno specchietto per le allodole per tentar di dare risposte, che però cadranno nel nulla . La sostanziale differenza rispetto all’Italia è la non cessione a terzi del credito di imposta, così che solo coloro che hanno una dichiarazione dei redditi importante ne traggono un reale beneficio. Quindi a goderne saranno, eventualmente, i più benestanti. Inoltre, oltre a non permettere, come aveva proposto Libera, l’incentivazione del mercato interno del credito d’imposta, all’articolo 46 comma 7 la legge istituisce un tetto massimo di interventi per una somma complessiva pari a 500.000€ e all’articolo 42 comma 2 la non cumulabilità degli incentivi previsti dal dd57/2011. In sostanza chi ha usufruito della detrazione di imposta per l’installazione di un impianto fotovoltaico o per la sostituzione di infissi non potrà accedere all’ ecobonus. Pensiamo a quante famiglie hanno negli anni installato un impianto fotovoltaico: queste stesse persone non avranno alcun ulteriore incentivo. La normativa é un piccolo contentino, che però non risolverà ne rilancerà il settore , e potrebbe portare gli stessi sammarinesi a rivolgere la propria attenzione , ma soprattutto le proprie risorse finanziarie , verso il più sicuro mercato italiano. In definitiva : siamo sicuri che questo non sia un altro buco nell’acqua di questo Governo?
Libera