Libera: per una scuola a misura di bambine e bambini

Libera: per una scuola a misura di bambine e bambini.

Per molte famiglie questo è il periodo dell’anno in cui si effettuano le iscrizioni dei bambini e delle bambine alla Scuola Elementare. La maggior parte dei piccoli futuri alunni sta frequentando l’ultimo anno di Scuola dell’Infanzia e i genitori sono impegnati con i colloqui e le riunioni di fine anno indette a conclusione del percorso educativo e formativo in vista dell’ingresso nella scuola dell’obbligo. Un’annosa questione preoccupa molte famiglie: come saranno formate le classi prime? Se da un lato l’evidente calo demografico ha visto la soppressione di intere sezioni anche nei plessi più grandi della Repubblica, dall’altro questo fenomeno ha portato molto spesso alla formazione di classi da oltre 20 elementi. Classi così numerose, in strutture scolastiche oramai datate, spesso non consentono, o quanto meno rendono difficoltosa, la messa in campo di metodologie didattiche all’avanguardia e il superamento della cosiddetta didattica frontale tradizionale, alla luce delle nuove sfide educative e formative di cui si fanno portatori i nostri bambini e le nostre bambine. Forse in molti sono ancora convinti che “stare a scuola” significhi sedere a un banco per otto ore, fortunatamente la realtà della Scuola elementare sammarinese è molto diversa: il corpo docente è in formazione continua e si aggiorna costantemente sulle nuove frontiere della didattica. Una didattica, quella messa in pratica nelle nostre scuole, di stampo laboratoriale, frutto di una pedagogia attiva, in cui lo spazio e l’ambiente assumono un ruolo fondamentale. Considerando inoltre il crescente fiorire di Bisogni Educativi Speciali, che caratterizzano i bambini e le bambine del nostro tempo, si deve tenere in considerazione che il team docente dedicato a una classe si arricchisce spesso di figure come gli insegnanti di sostegno e gli educatori, ampliando la “popolazione” che risiede in una singola aula. Non a caso utilizzo questo linguaggio che solitamente si addice più ad un’abitazione che a una scuola, perché la Scuola Elementare diventa, per i bambini e le bambine e per coloro che al suo interno operano, una “seconda casa”, un luogo familiare, di crescita, scambio e relazioni, un luogo che anche dal punto di vista strutturale ed ambientale deve essere adeguatamente ampio, versatile, luminoso e accogliente. Gli studi che correlano l’efficacia dell’insegnamento/apprendimento al luogo fisico in cui esso si svolge sono oramai numerosi e noti. Come già espresso, il calo demografico si configura purtroppo come un dato di fatto ma non per questo deve configurarsi come un punto di debolezza per i bambini e le bambine che vivono oggi a San Marino. Facciamo della nostra piccola dimensione una bandiera, facciamo sì che a fronte di modesti numeri di alunni e alunne si metta in campo una qualità della didattica sempre crescente. Questo è possibile solo intervenendo a livello legislativo sui numeri minimi e massimi per la formazione delle classi prime. Ridimensionare, ridistribuire e razionalizzare dovranno essere le parole chiave alla guida del processo. Il numero di alunni e alunne per classe va portato ad un massimo di 18 elementi, abbassando il numero a 15 nei casi in cui siano presenti particolari Bisogni Educativi Speciali. Ad oggi, invece, il tetto è fissato a 22 alunni per classe, con lo sdoppiamento previsto superati i 25 alunni, e non è previsto un numero massimo ridotto in caso di situazioni di bisogni educativi speciali particolarmente delicate. Un minor numero di alunni consentirebbe maggiore cura e una didattica realmente inclusiva verso le situazioni di maggiore fragilità e comunque nei confronti delle esigenze peculiari di tutti i bambini e le bambine. A chi muove la critica secondo la quale numeri esigui non favoriscano la socializzazione, ricordo che la realtà della Scuola elementare è strutturata come una piccola comunità, in cui sono innumerevoli i momenti di progettualità, scambio e confronto tra tutti i bambini e le bambine che vivono la realtà del plesso. Un equilibrio numerico nella formazione delle classi favorirebbe la possibilità di avere momenti di interrelazione tra i diversi plessi, sia in presenza che tramite le tecnologie digitali. È necessario ribaltare radicalmente la visione della politica scolastica degli ultimi anni, incentrata su tagli e chiusure. Il futuro delle nostre Scuole riguarda tutta la società sammarinese, ed è legato indissolubilmente alla democrazia e alla vita delle generazioni presenti e future. È urgente un cambio di passo, i nostri figli e le nostre figlie meritano investimenti sul loro futuro, che poi, è anche il futuro del nostro Paese.

cs Laura Carattoni Libera

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