E dopo 1000 giorni di governo, una marea di promesse e buone intenzioni, il nulla in termini di riforme strutturali, arriva il declassamento per San Marino. L'ultimo report di Fitch abbassa il rating del Titano da BB+ a BB, nonostante l’outlook (cioè l’indicatore previsionale) di cui si era vantato il Segretario alle Finanze, fosse passato nella precedente valutazione da negativo a stabile. Il rating BB significa che l’economia del nostro Paese viene considerata in difficoltà nel pagare i propri debiti nel momento in cui si manifestino sul mercato gravi incertezze e le condizioni economiche e finanziarie siano avverse. Di fronte a noi si prospetta un autunno difficilissimo, dove le avversità delle condizioni economiche si manifesteranno in modo pesante, almeno per tutti i Paesi europei. San Marino si trova ad affrontare questo periodo nella peggiore delle condizioni, non essendo ancora intervenuto sul deficit strutturale del bilancio dello Stato (i pareggi dichiarati da Gatti sono ottenuti con l’escamotage di attivare nuovi debiti), per l’approvvigionamento energetico siamo di nuovo strettamente dipendenti dall’Italia, paese che, assieme alla Germania, vivrà su questo fronte i problemi più gravi, e, dulcis in fundo, un debito estero di 340 milioni di euro già spesso tutto per sostenere le banche e per pagare stipendi pubblici e spesa corrente in generale, senza aver previsto un minimo di investimenti. La notizia del declassamento di Fitch evidenzia le gravi carenze di un Governo non in grado di dare risposte al sistema Paese. La Segreteria alle Finanze cerca di minimizzare dicendo che il BB dipende dal peggioramento delle condizioni economiche esterne a San Marino. No, Segretario, il BB evidenzia come San Marino venga giudicato in difficoltà rispetto al manifestarsi di condizioni economiche negative. I nodi che dovevano essere sciolti dal governissimo dei 44, stanno venendo tutti al pettine. Libera ha da sempre proposto di convocare forze economiche, sociali e politiche per gestire il debito pubblico in maniera virtuosa evitando di utilizzarlo per la spesa corrente e il sistema bancario. Ma Gatti e compagni sono e continuano ad essere sordi alle nostre richieste, risultato: il nostro Paese è finito nel vortice del debito senza sapere come verrà restituito fra poco più di sei mesi quando saremo chiamati dai mercati a rinegoziarlo. Tutto questo con buona pace di Rete che per anni si è battuto contro il debito estero e oggi accetta supinamente ogni cosa pur di mantenere la poltrona e non disturbare l’alleato democristiano. Libera ha inoltre chiesto più volte lumi sul progetto legato al sistema bancario sammarinese, in particolare alla norma sugli Npl fatta in fretta e furia un anno fa e ad oggi completamente inapplicata. Per non parlare delle riforme strutturali e delle criticità che emergeranno fra qualche settimana con aumenti di bollette, inflazione alle stelle e difficoltà per tante famiglie e imprese. Anche qui la parola d’ordine è minimizzare. Il problema è che la strategia della “polvere sotto il tappeto” evitando di fatto di affrontare i nodi strategici del Paese sta portando la nostra Repubblica a indebitarsi senza un futuro, senza un progetto, senza una visione strategica. Libera chiederà nel prossimo Consiglio, con urgenza, un impegno preciso al Governo per capire ed analizzare lo stato del nostro bilancio pubblico, come ridurre il deficit strutturale, quali progetti economici si vogliano portare avanti e, di primaria importanza, quale politica estera si intenda adottare. Il Paese nella sua unità deve decidere le traiettorie migliori, e uno degli strumenti importanti che abbiamo sarà la prossima legge finanziaria. In questo modo possiamo salvare il Paese, mentre continuare a sostenere che va tutto bene, vuol dire brutalmente affondarlo.
Libera