Libera: si può fare di più, subito una unità di crisi
Ieri sera il Governo ha emanato due nuovi decreti a supporto dell’economia vista la necessità di contenere gli effetti negativi che l’emergenza epidemiologica da Covid-19 sta producendo sul tessuto socio-economico sammarinese, e l’urgenza di prevedere tempestivamente misure di sostegno a favore delle famiglie, delle attività imprenditoriali, dei liberi professionisti, dei lavoratori autonomi e di tutti i cittadini. E’ evidente che ora è il momento di stringere i denti. Ma la politica deve anche iniziare a costruire la San Marino del post-coronavirus: o lo facciamo adesso o rischieremo di pagare un conto ancora più alto, perché dopo questa crisi serve una visione chiara e una prospettiva. Il gruppo Libera ha sempre espresso, con determinazione, l’esigenza di collaborare e di svolgere un ruolo pro-attivo rispetto all’emergenza sanitaria con la necessità di fare sistema ricercando le soluzioni migliori, facendo proposte, avendo però informazioni. In questo senso i decreti che sono stati adottati ieri non hanno dato le risposte che cercavamo e che crediamo si aspettassero tanti sammarinesi, ma si limitano a definire ulteriori proroghe per la scadenza dei mutui e a rendere legali riunioni fatte in videoconferenza. Le frequenti prese di posizione di questi giorni di alcune categorie (tanto per citare le più recenti: ordine dei commercialisti, artigiani e comparto edile), restano del tutto inascoltate. Tante aziende di questi comparti, ma non solo, hanno difficoltà nell’affrontare le scadenze di marzo con i propri dipendenti e fornitori, e per aprile la situazione sarà ancora peggiore. Se non si interviene subito con un piano razionale e ben strutturato, una grande parte della nostra economia reale rischia di non riuscire a ripartire provocando danni ingenti per tutti. Spiace constatare, che in un momento di grave emergenza sanitaria e di crisi economico/sociale cui vanno date risposte urgenti al Paese, il Governo non abbia coinvolto e non stia coinvolgendo le forze di opposizione. Libera ha da tempo promosso una “unità di crisi” che possa essere momento informativo ma anche propositivo dei provvedimenti che devono essere messi in campo in maniera coesa per la ripresa del nostro sistema economico. Questa posizione è stata recepita anche da alcuni della maggioranza, in particolare Noi per la Repubblica che correttamente, in una propria recente presa di posizione, parla di necessità di grande condivisione di politica e parti sociali ed economiche, richiamando lo spirito dell’Arengo. Speriamo che i nostri appelli non cadano nel vuoto. Sul merito dei decreti crediamo che manchino aiuti reali a chi è in difficoltà, in particolare poco o nulla è stato fatto per imprese e lavoratori autonomi, viene concessa molta libertà a Banca Centrale rispetto alla possibilità di accedere al mercato internazionale dei capitali: lo Stato garantirà con una fideiussione il rimborso di finanziamenti alle banche che attuano la sospensione delle rate dei mutui, attribuendo di fatto una delega in bianco a BCSM per le scelte sia per l’approvvigionamento dei capitali esteri e sia rispetto agli impieghi distribuiti ai nostri istituti di crediti, ma, a parte i mutui, senza prevedere politiche reali di sostegno finanziario alle imprese stesse. Inoltre dobbiamo constatare che non si è agito su tutte le categorie, in maniera equa, per quanto riguarda la contribuzione a questo momento di crisi. E’ evidente che gli interventi messi in campo fino a questo momento sono degli interventi che guardano esclusivamente alla contingenza e non ad impostare una prospettiva. Libera e l’intero Paese vuole capire se siano stati presi contatti concreti con Stati e/o organismi internazionali per aiuti di sistema per la liquidità generale. La Repubblica ha bisogno di aiuto e il Governo ha l’onore e l’onere di ricercare supporto economico, anche esternamente, condividendo però la scelta con tutto il Paese e anche le modalità con cui eventuali finanziamenti verranno impiegati sul territorio. Valutazioni di questo tipo devono essere fatte con la massima concertazione e trasparenza. C’è bisogno di unità, di parlare tutti con la stessa voce e di avere insieme un grado di informazioni tale da poter mettere nelle condizioni ognuno di dare il proprio contributo. Per far questo crediamo sia arrivato il momento per tutti, responsabilmente, di ascoltarsi reciprocamente. Anche San Marino avrà bisogno di una ricostruzione senza precedenti e quindi di uno sforzo collettivo importante: mettiamo insieme le forze migliori, avviamo una unità di crisi e lavoriamo insieme ad interventi non più rinviabili. Tutti dobbiamo supportare le nostre Istituzioni in questa fase, ma sostenere non vuol dire rinunciare a esistere e a pensare, a proporre, a fornire idee. Oggi il nostro Paese deve parlare all’unisono e le misure devono essere sostenute senza schieramenti di parte. Insieme si può!
Libera