Libera: Sventato il colpo di mano in Consiglio Giudiziario
La maggioranza politica che ieri ha tentato di fare approvare dal Consiglio Giudiziario l’annullamento delle decisioni relative alla nomina dei giudici, ha fallito il colpo di mano. Le grandi preoccupazioni che fino a ieri abbiamo sollevato affinché la Repubblica non venisse sanzionata dagli organi internazionali per l’ingerenza che la politica stava per compiere nei confronti della magistratura, sono state per il momento allontanate grazie al voto espresso nella riunione del Consiglio Giudiziario da parte di una grande parte dei membri togati e di una buona parte dei membri della Commissione Affari di Giustizia. Commissione che nei giorni scorsi aveva già registrato il caso delle dimissioni di un membro nominato dalla maggioranza, ma in forte disaccordo con quanto la maggioranza stessa stava cercando di fare.
Forte dei 44 Consiglieri che sostengono il Governo, messisi insieme solo dopo il responso elettorale senza mai dichiarare le proprie intenzioni all’elettorato e senza chiederne il consenso, la maggioranza il 20 febbraio ha approvato una legge che prevede che le norme precedenti vadano interpretate per comporre il Consiglio Giudiziario scegliendo Giudici anche di grado inferiore se quelli di grado superiore non fossero ancora confermati.
Ciò che dimostra apertamente che non si trattasse di “interpretazione autentica”, ma di un cambiamento radicale della legge, lo denuncia il fatto che i 44 (non tutti a dire il vero) hanno votato anche un altro articolo che fissa proprio la stessa cosa per la composizione dell’organo di governo della magistratura, rivelando di fatto che la legge precedente non è per nulla in linea con quanto l’interpretazione autentica intende farle fare, ma l’uso di questa formula è solo funzionale al fatto di renderla retroattiva.
Se la maggioranza avesse vinto in Consiglio Giudiziario, gravi effetti si sarebbero manifestati prima di tutto sulle nomine e funzioni dei giudici e del dirigente del Tribunale, (tre giudici avrebbero dovuto abbandonare l'incarico) ma ancor peggio si sarebbero potuti impugnare tutti gli atti emessi da quelle stesse figure generando il caos totale all’interno del Tribunale, che già ora, a causa della guerra in corso, non gode di troppa salute.
Risulta gravissimo che il Governo possa mettere a così grave rischio la Repubblica di San Marino pur di consolidare il proprio potere su un organo che è e deve restare autonomo e indipendente.
Un atto che avrebbe esposto San Marino al rischio di pesanti sanzioni presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, e sulla quale anche l’assemblea stessa del Consiglio d'Europa si sarebbe espressa così come fa nei rari, ma pesanti casi di violazione dei principi basilari della democrazia nei Paesi membri.
Non è accettabile che chi ha la responsabilità politica di aver condotto il Paese verso un simile rischio possa continuare a gestire il ruolo che ricopre e per questo LIBERA sta valutando l’ipotesi di proporre al Consiglio Grande e Generale una mozione di sfiducia nei confronti del Segretario di Stato alla Giustizia come monito anche per tutti gli altri membri del Congresso di Stato che hanno avvallato un simile e pericolosissimo percorso.
Comunicato stampa
Libera