Libera: una battaglia di civiltà
Se il nostro Paese, ad oggi, ancora non ha voluto affrontare ed adottare una legge che depenalizzi e legalizzi la pratica dell’aborto, le responsabilità all’interno del mondo della politica sono diffuse. Nessuno si senta escluso. E allora cogliamo l’opportunità che ci viene offerta e non lasciamo cadere nel vuoto l’appello che l’Unione Donne Sammarinesi lancia alla politica istituzionale. Possiamo farlo, mettendo mano a questa materia sulla base di un Progetto di Legge di iniziativa popolare, anche ben scritto che giace in Segreteria Istituzionale dal 22 marzo 2019. Che la politica si prenda, una volta tanto, la responsabilità di adottare scelte anche divisive. Non è più plausibile che la maggioranza continui a nascondersi dietro all’attesa del parere del Comitato Sammarinese di Bioetica. Si deve pretendere che questo arrivi in tempi brevissimi. Inoltre, se da una parte riconosciamo l’autorevolezza di tale organismo e l’importanza del lavoro che svolge, crediamo anche che la coscienza dei sessanta consiglieri, chiamati a prendere una decisione su un tema così importante e dibattuto, non abbia necessità di un parere esterno. All’interno del Consiglio Grande e Generale ci sono partiti e movimenti che hanno tradizioni, più o meno radicate, di battaglie per i diritti civili, quella che ci sta sottoponendo l’Unione Donne Sammarinesi lo è, spetta ora a quelle forze politiche fare propria quella battaglia per la libertà di scelta che, per il nostro Paese, si rivelerebbe storica. Non perdiamo, quindi, tempo con il rimpallo delle responsabilità e chiediamo con forza che si dia seguito all’iter consiliare dei progetti di legge di iniziativa popolare. Libera lo fa e chiede anche alle altre forze politiche rappresentate in Consiglio di farsi parte attiva nei confronti dei Presidenti delle Commissioni Consigliari I e IV affinché si possa, nei tempi più celeri possibili, affrontare l’esame dell’articolato. Nella scorsa legislatura la politica ha avuto la forza di saper ascoltare le istanze che arrivavano dalla cittadinanza e ha tradotto in legge il PdL sulle Unioni Civili. A chi ci avesse detto, anche solo qualche anno prima, che sarebbe accaduto non avremmo dato credito. Combattere battaglie di civiltà è possibile e soprattutto necessario e allora che la politica si rinfranchi dal periodo buio che sta attraversando, nel quale ha quasi abbandonato il proprio ruolo a favore di battaglie di posizione e di breve respiro e dia prova di essere all’altezza del proprio compito.
Libera Gruppo Diritti