Trasformare la pubblica amministrazione di oggi, da feudo del conservatorismo e terreno di consenso e prebende, in una pubblica amministrazione di alta qualità, è una sfida che non possiamo permetterci di perdere nel prossimo quinquennio, se il Paese aspira veramente ad entrare in Europa e ad attrarre seriamente investimenti dall’estero.
Oggi la Pubblica Amministrazione è senza una visione di medio e lungo termine, vittima del pressapochismo e dell’opportunismo quotidiano, frutto di una mai risolta commistione tra politica ed amministrazione che doveva già essere stata scardinata fin dall’entrata in vigore della legge 188 del 2011. In questo ultimo quinquennio abbiano assistito agli spettacoli più aberranti.
Gestione contraddittoria dei bandi di concorso di assunzione, che oscillano, per la stessa qualifica e ovviamente in modo immotivato, tra bandi in cui può partecipare chiunque a bandi in cui devi avere un master specifico a pena di esclusione.
Sempre a parità di livello e di nuovo senza alcuna ovvia motivazione, assistiamo a bandi che prevedono, come materie di esame, una dettagliatissima normativa ed altri in cui è sufficiente un generico ed oscuro colloquio motivazionale.
Non parliamo, poi, della efficienza quotidiana della Pubblica Amministrazione costantemente martoriata da molteplici roboanti progetti informatici fallimentari che hanno volatilizzato enormi risorse finanziarie e creato interruzione di pubblico servizio senza che nessuno rispondesse di queste sperimentazioni per lo meno con l’allontanamento dall’incarico.
Per non ricordare, infine, ripetute creazioni, accorpamenti ed eliminazioni di unità operative per motivi che nulla hanno a che vedere con la buona organizzazione; nonché assunzioni in massa di nuovi dipendenti ed assegnazioni di stravaganti incarichi dirigenziali, alla faccia della tanto sbandierata riduzione della spesa pubblica.
E allora? Sono cose che sappiamo tutti, cosa possiamo fare?
In primo luogo, smettere di giocare con la Pubblica Amministrazione e con la vita dei pubblici dipendenti. Come!?!
Non ci dobbiamo inventare nulla ma guardare fuori da noi in Europa ed in Italia dove è già principio consolidato che certe modalità di gestione sono “sintomo” di commistione politica-amministrazione; dove hanno già elaborato strategie di lotta a questo problema, quindi adottare soluzioni in linea con le direttive europee che hanno come obiettivo la gestione sana e sostenibile del bilancio dello Stato; la crescita e lo sviluppo; l’affiancamento della Pubblica Amministrazione alle istituzioni nel governo democratico del paese e nella difesa dello stato di diritto.
La ricetta è ridefinire il quadro complessivo normativo e tecnico; cambiare i comportamenti, le operatività, gli strumenti; una gestione finalizzata del turnover, investendo in capitale umano, cambiando le regole e le procedure attuali.
Questi nuovi obiettivi si realizzano solo con la “digitalizzazione”, che passa dalla semplificazione normativa dei concorsi, dalla digitalizzazione delle procedure, dalla valorizzazione delle competenze, attitudini e capacità di gestione, dalla formazione continua dei dipendenti presenti e futuri.
Basta guardare cosa succede vicino a noi, come le nuove tecnologie abbiano già cambiato i meccanismi di selezione e abbiano cambiato l’amministrazione. Vediamo portali per la formazione continua dei dipendenti, per lo svolgimento delle procedure di selezione e reclutamento e con funzione di anagrafe del dipendente e dove sono a disposizione di tutti opportunità di crescita e di carriera, attraverso il meccanismo della formazione.
Come già succede in Italia ed in Europa, dobbiamo restituire al dipendente le opportunità di crescita e di carriera, ora calate dall’alto e affidate a meccanismi non paritari, aprendo la strada ad incentivi di carriera e salariali per tutti i dipendenti pubblici che desiderino ampliare il loro bagaglio professionale con corsi di qualificazione, diplomi o lauree coinvolgendo le Università e gli Istituti di Istruzione e con particolare attenzione alla formazione digitale.
L’accesso alla Pubblica Amministrazione e la carriera del dipendente pubblico devono essere trasparenti, equi ed effettivamente meritocratici, ed improntati alla massima legalità.
Comunicato stampa
Barbara Montanari
Libera