Liberare l’Amministrazione pubblica dall’influenza della politica
La Segreteria di Stato per gli Affari Interni considera il Decreto Delegato n.10 del 24 gennaio 2022 (il cosiddetto decreto PO “Posizione Organizzativa”), recentemente ratificato dall’aula consiliare, un ulteriore tassello utile a concretizzare la progressiva riforma della PA in atto. Riforma che non si traduce in un’unica norma, quanto in una serie di interventi graduali e progressivi volti, tra le altre cose, a dare finalmente attuazione a quei principi spesso solo enunciati in vecchie riforme ma mai attuati: dall’introduzione dei criteri di merito legati al raggiungimento di obiettivi chiari e specifici, al trasferimento di poteri dal Congresso verso l’Amministrazione allo scopo di renderla più autonoma dalla politica e conseguentemente più responsabile. Il Decreto PO non è dunque un intervento “spot” ma va letto in maniera coordinata con tutti i provvedimenti emanati da questa Segreteria di Stato per dare attuazione a principi che per oltre dieci anni sono rimasti slogan. 1 Ad esempio, al generico principio contenuto nella riforma del 2009 in merito al fatto che la prestazione dirigenziale dovesse essere oggetto di valutazione, solo nel 2021 si è introdotta la normativa (DD 94/2021) per valutare l’operato dei dirigenti secondo obiettivi e punteggi assegnati con procedure chiare e pubbliche. Per oltre 10 anni tale valutazione era in capo ai Segretari di Stato che, in assenza di questa norma, potevano assegnare la retribuzione di risultato in maniera discrezionale. Oggi, invece, il mancato raggiungimento degli obiettivi può portare alla revoca dell’incarico dirigenziale. Non solo: anche in risposta a chi parla di “progressiva precarizzazione del settore pubblico allargato”, si è stabilito a chiare lettere che il dirigente che venga positivamente valutato ha diritto al rinnovo dell’incarico, in modo automatico e indipendente dall’intervento della politica. Allo stesso modo, alla generica enunciazione contenuta nella riforma del 2011 sulla maggiore autonomia e capacità di gestione economico finanziaria in capo ai dirigenti pubblici, questo Congresso di Stato ha risposto concretamente nel 2021 con la “Revisione del Regolamento di Contabilità” per assegnare alla dirigenza pubblica autonomi poteri autorizzativi di spesa. Poteri, anche questi, che in passato erano in mano al Congresso. Questi sono solo due piccoli esempi di come il potere di organizzazione e gestione da sempre in mano ai Segretari di Stato e quindi alla politica, sia stato trasferito agli organi ad esso deputati all’interno della PA. È dunque falso e diffamatorio quanto sostenuto sulla stampa sul fatto che sia in atto una “restaurazione del dominio politico” quando i fatti dimostrano che si agisce affinché poteri finora impropriamente accentrati nel Congresso di Stato vengano eliminati o progressivamente trasferiti all’Amministrazione con iter chiari e predefiniti. Nella stessa direzione va il conferimento degli incarichi di Posizione Organizzativa, a progressiva sostituzione di un modello in cui il ruolo di responsabile veniva indicato in modo rigido dal legislatore, mentre ora viene demandato, sulla base di criteri ben definiti, al dirigente. Va da sé che qualora il dirigente assegnasse l’incarico di PO seguendo criteri diversi da quelli meritocratici e di professionalità indicati nel decreto, oltre ad eventuali ricorsi da parte degli altri dipendenti interessati, le conseguenze negative di tale scelta ricadrebbero sullo stesso dirigente che si assumerebbe il rischio di non raggiungere gli obiettivi a lui assegnati. Anche in questo caso quindi, al generico principio di una maggiore autonomia organizzativa in capo ai dirigenti, questa Segreteria ha lavorato per attuarlo attraverso il Decreto Delegato n.10/2022. Questo non significa, in ogni caso, che il settore pubblico non continui ad essere nelle mire di chi vuole che nulla cambi: per questo le norme, da sole, non sono sufficienti e a queste vanno affiancati altri strumenti, la cui applicazione lascia cadere nel vuoto anche le solite generiche accuse di 2 “clientelismo”. Ad esempio, c’è grande impegno nell’emanazione di bandi di concorso: da un lato vengono sempre più impostati come bandi di “corso-concorso” per coniugare il processo formativo a quello selettivo; dall’altro lato, all’interno dei bandi pubblici “classici”, si è lavorato per ampliare i requisiti affinché la partecipazione possa coinvolgere una maggiore platea di potenziali candidati. Parlando con i dati, a fronte di uno stesso numero di bandi (37) nel biennio 2018-19 e nel biennio 2020-21, gli ultimi due anni hanno visto la partecipazione di 621 candidati a fronte dei 228 del biennio precedente. Quasi il triplo! Inoltre, grazie anche al lavoro di accorpamento degli uffici, utile a rendere più omogenea la struttura della PA, le figure dirigenziali sono in progressiva diminuzione (erano 73 a gennaio 2020, oggi sono 63). Anche il Decreto Delegato n.10/2022 prosegue tale percorso di razionalizzazione ed efficientamento, infatti prevede: - l’accorpamento dell’Ufficio di Segreteria Istituzionale con l’Ufficio di Segreteria Esecutiva e la sezione Studi Legislativi dell’Avvocatura. Modifica di cui si parla da anni ma rimasta sinora inattuata; la riorganizzazione delle funzioni relative alle norme di materia di lavoro. E’ stato condiviso infatti che il modello adottato dal 2018 con lo “spacchettamento” delle funzioni di avvio al lavoro tra CFP e Ufficio Politiche attive del lavoro, non ha raggiunto i risultati sperati; - la centralizzazione di tutti gli uffici del personale ora parcellizzati all’interno dei vari enti pubblici e, in una seconda fase, anche dell’ufficio del personale dell’ISS. Anche questo rientra tra i tanti annunci del passato rimasti solo sulla carta. Per concludere, se da un lato è comprensibile il disappunto delle organizzazioni sindacali rispetto all’esigenza di avere maggiore tempo per vagliare interventi complessi, risultano invece incomprensibili alcuni attacchi scomposti e aggressivi perpetrati a mezzo stampa, che mal si conciliano con i toni pacati e le espressioni di condivisione di diversi contenuti manifestati dai rappresentanti sindacali durante la riunione tenutasi il 4 gennaio scorso. Il “decreto PO” non danneggia i lavoratori pubblici, al contrario valorizza chi desidera mettersi alla prova, in un percorso i cui benefici ricadranno sulla qualità dei servizi resi. Stupisce quindi che si crei clamore mediatico su interventi che, nei fatti, traducono nel concreto quella che è sempre stata un’esigenza manifestata trasversalmente da forze politiche e sociali, ovvero quella di lavorare per un assetto più “manageriale” dell’Amministrazione pubblica, di allinearla maggiormente al privato. In 3 questi due anni si è operato in tale direzione con la responsabilizzazione delle figure apicali e la flessibilità operativa, in una cornice normativa adeguata. Le tematiche legate al settore pubblico sono complesse e spesso nel mirino della cattiva informazione che procede per slogan invece di approfondire. Si coglie l’occasione quindi per invitare la cittadinanza a contattare la Segreteria di Stato in caso di dubbi, domande, perplessità scrivendo a segreteria.interni@gov.sm.
Cs Segreteria Interni
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