Lorenzo Bugli (Pdcs): "2024 un anno di prova per la democrazia"

Lorenzo Bugli (Pdcs): "2024 un anno di prova per la democrazia".

L'uccisione dell'attivista politico russo Aleksej Naval'nyj giunge come un monito impossibile da ignorare in questa fase storica, caratterizzata da un grave senso di tensione in Europa. L’uccisione del più noto e determinato oppositore del presidente Putin è piombata su di noi come un fulmine a ciel sereno. Ci ha frastornati e posti di fronte a una scelta obbligata: lottare strenuamente per difendere quei diritti umani spesso dati per scontati ma che invece rischiano seriamente di essere messi in dubbio dall'avanzare di sentimenti illiberali e antidemocratici. Naval'nyj ha avuto la capacità e il coraggio di lottare, a costo della vita, per promuovere una società aperta contro la società chiusa del regime putiniano che opprime gli oppositori e scatena la guerra contro l’Ucraina. Egli ha incarnato, con il suo sacrificio, i valori legati al rispetto dell'altro come pilastro fondante della democrazia europea. È un concetto su cui, come ex presidente del Movimento Giovanile del PDCS, ho più volte posto l'accento. Non si può pensare di fare politica se prima non si comprende il valore profondo della democrazia europea. Democrazia intesa anzitutto come rispetto dell'altro, di idee, prospettive, culture e tradizioni diverse bensì tutte valide nello Stato di diritto che protegge il pluralismo politico e sociale della libertà. La libertà si esprime e si afferma insieme, specie di fronte a chi la nega con l’oppressione e la guerra. Il fatto è che non può esistere un «io» senza un «noi». È un principio all’apparenza ovvio, ma che può entrare in crisi quando i pilastri della democrazia sono sottoposti a tensioni inaudite che sembrano lontane ma non lo sono. Ne è un esempio la condotta in risposta all’attacco di Hamas. Riconosciuta come legittima, rasenta ormai livelli tali di violenta assurdità dal renderla quasi incomprensibile oltre che crudele. Di fronte a questa insostenibile situazione è giunto chiaro e forte il richiamo dell’Unione Europea alle ragioni del diritto che opera persino in guerra, anzitutto per proteggere gli inermi tra i civili. Proprio in Europa si terranno le elezioni del 9 giugno, con la necessità di compiere uno scatto di maturità verso quell'idea unitaria propugnata dai suoi fondatori anche nella politica estera e di difesa. Gli Stati Uniti, a loro volta, sono già in uno scontro elettorale pieno di convulsioni e drammatici momenti che investono anche le istituzioni repubblicane. La nostra piccola Repubblica si trova perciò in un contesto mondiale incerto e precario, questo momento storico che viviamo. È anch’essa, come l’Europa, di fronte a una tornata elettorale e insieme all’Europa ha di fronte una prova importante: l’accordo di associazione. Nella sua recente assemblea l’ANIS ha rimarcato l'esigenza di giungere il prima possibile alla conclusione dell'accordo con l'Unione Europea, enfatizzandone l’importanza per le prospettive di sviluppo del nostro Paese. Personalmente sento di dover rivolgere un ulteriore richiamo affinché tutte le forze politiche responsabili concorrano a mantenere il Paese in un alveo di stabilità, specialmente ora che attorno a noi e nel resto del mondo si profila un quadro di estrema incertezza e insicurezza. L’auspicio è che la ragione possa prevalere sugli istinti e la responsabilità sull’incoscienza. Vorremmo non dover assistere, ancora una volta, all'ennesima campagna elettorale fondata sulla caccia alle streghe o al nemico da abbattere, sulle contrapposizioni strumentali e la lotta per bande, sulle dietrologie e gli ammiccamenti; preferiremmo che la partita si giocasse attorno al confronto e alla dialettica tra visioni politiche differenti. Visioni che muovono naturalmente da presupposti diversi, ma che non possono prescindere da un minimo comune denominatore: la necessità di garantire alla nostra Repubblica un futuro di stabilità, prosperità e sviluppo, la cui cornice è il rafforzamento del percorso d’integrazione europea. Per questo motivo ritengo fondamentale ricordare anzitutto a noi stessi – oggi più che mai – uno dei punti di forza maggiori di San Marino, quello che da sempre rappresenta una caratteristica impressa nella tradizione della Repubblica e che nel tempo ci ha permesso di affrontare e superare ostacoli all'apparenza insormontabili. È l'attaccamento ai valori di democrazia e libertà, pietre fondanti del nostro ordinamento.

c.s. Lorenzo Bugli, consigliere Pdcs

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