Lorenzo bugli (Pdcs): "Al mio segnale... scatenate i santini"
Una battuta dal sapore ironico e provocatorio che mi permette di introdurre la riflessione che vorrei proporre in vista del fine settimana. Quello che ci attende sarà con ogni probabilità uno degli ultimi Consigli. Molti sono i rumors che si rincorrono in queste ore anche all'interno della maggioranza di cui faccio parte. Rumors che parlano di un imminente scioglimento, spero ordinato, del nostro Parlamento, che ci condurrà verso le elezioni che dovrebbero svolgersi verosimilmente il 26 maggio o il 9 giugno. Anzitutto, non dobbiamo dimenticare il contesto nel quale anche una piccola Repubblica come la nostra si trova immersa. Siamo di fronte ad uno scenario internazionale complesso, frastagliato e caotico: a complicare ulteriormente la situazione ci sono le guerre in Ucraina e Medio Oriente e le future elezioni americane, che rischiano di trasformarsi in un elemento di ulteriore instabilità per i paesi del mondo occidentale, la cui tenuta potrebbe essere seriamente messa in discussione. Fatta questa premessa, sono due gli aspetti che vorrei portare all'attenzione delle forze politiche e dei sammarinesi: due spunti di riflessione attorno ai quali costruire un ragionamento e che credo dovremo tenere bene a mente nel percorso che ci condurrà alla prossima tornata elettorale. Ho parlato prima di instabilità, ed è per questo motivo che ritengo fondamentale rivolgersi verso quelle forze politiche, di maggioranza e opposizione, che hanno dimostrato serietà e responsabilità, condizioni necessarie a dare stabilità per garantire la possibilità di portare a compimento un percorso di sostenibilità economica di cui il Paese ha assoluto bisogno. San Marino, soprattutto in questa fase, non può permettersi scivoloni, incappando nuovamente in vecchie logiche e dinamiche. Serietà e stabilità, dunque, come antidoti contro il populismo. Il secondo tema è proprio questo. L'auspicio è che la campagna elettorale che ci attende non si riduca esclusivamente ad una caccia al facile consenso, facendo leva sulla rabbia e sugli umori di pancia dell'elettorato. Non vogliamo che il confronto elettorale si riduca ad uno scontro tra opposti poteri, tra bianco e nero, tra una San Marino che si professa virtuosa e un'altra più opaca. Al contrario, ci piacerebbe vedere finalmente messe al centro le diverse visioni di Paese. Un confronto accesso, ma costruttivo. Teso esclusivamente a garantire il maggior benessere possibile non ad un singolo gruppo di potere ma ad una nazione intera. Quale modello vogliamo per la San Marino di domani? Quali saranno gli sbocchi e quali le opportunità di crescita e sviluppo che dovremo andare a ricercare? Quali sono le criticità e i temi su cui occorre lavorare? Queste le domande che mi piacerebbe fungessero da filo conduttore per il confronto elettorale. Penso, ad esempio, al macro-tema rappresentato dall'accordo di associazione con l'Ue. Un accordo che condurrà verso una trasformazione del Paese, portandoci a ripensare alcuni sistemi organizzativi o assetti istituzionali, a riscrivere, rivedere e ripensare alcune normative per favorire il processo di integrazione con l'Europa. Ci sono opportunità importanti da cogliere, investimenti che attendono solo di partire. C'è il tema della sanità, con la necessità di implementare la medicina di base e i protocolli diagnostici e di rafforzare le convenzioni con l'esterno. C'è il tema dei giovani che dovranno essere protagonisti del rilancio, anche in chiave economica, della nostra Repubblica. Qui penso a formule che possano favorire e incentivare la nascita e il consolidamento di nuove imprese. Pensare che l'erogazione di bonus o agevolazioni sia sufficiente, è sbagliato: occorre piuttosto puntare su sburocratizzazione e semplificazione come chiavi di volta per dare gambe e benzina alle aziende che desiderano diventare competitive e misurarsi in un mercato ampio. Sotto l'ombrello dell'Europa, San Marino può davvero essere, nel suo piccolo, una locomotiva, unita alla locomotiva più grande che è la Regione Emilia-Romagna e l'Italia intera. Sono argomenti complessi e traguardi ambiziosi, che richiedono sforzi condivisi, lungimiranza, intelligenza. Per questo penso che non ci si possa più accontentare di una politica di basso cabotaggio. Una politica fatta di "santini", appunto, basata sul clientelismo, lo scambio di favori, le pacche sulle spalle. San Marino e i sammarinesi meritano un orizzonte più ampio. Occorre alzare l'asticella, puntare - se possibile - sempre più in alto. Ce lo chiede l'Europa. E c'è lo scenario internazionale che, con la sua incertezza, rischia di travolgerci, se non sapremo opporgli la stabilità di un Paese conscio del proprio potenziale e dotato degli strumenti adeguati per garantire un futuro di sviluppo.
c.s. Lorenzo Bugli (PDCS)
[Banner_Google_ADS]