Le elezioni in Spagna ci hanno detto una cosa chiarissima. Il voto di pancia ha fallito. Ha fallito nel portare avanti posizioni che molto spesso si sono trasformate in forme di estremismo e negli obiettivi di molti dei suoi sostenitori, sempre pronti a polarizzare il dibattito, ricercando soluzioni facili e tranchant - in stile bacchetta magica - a problematiche estremamente complesse. Il voto spagnolo - con la vittoria del Partito Popolare a discapito di movimenti sovranisti e populisti come Vox - ci riporta ad un sistema bipolare di stampo classico e moderato, con il partito conservatore di Alberto Nunez Feijoo da una parte e il partito socialista di Pedro Sanchez dall'altra. Il caso della Spagna impone senza dubbio una riflessione che tocca da vicino anche il nostro Paese. Ritengo che San Marino e i sammarinesi non possano trascurare gli esempi che ci vengono dall'estero. Esempi ai quali invece bisognerebbe guardare per assimilare delle lezioni importanti e capitalizzare al meglio quelle esperienze. E' il momento di smettere con la rincorsa affannosa di quegli slogan e quegli spot semplicistici che fanno leva sulla "pancia" dell'elettorato facendoci esprimere giudizi affrettati cavalcando l'onda di un facile entusiasmo. Nella politica non esiste il "bianco" e il "nero" e i grandi temi non possono essere affrontati riducendo tutto ad una dialettica tra "giusto e sbagliato". C'è sempre una via di mezzo che è possibile raggiungere attraverso il dialogo. Quello stesso dialogo che oggi i cittadini si aspettano da chi è chiamato ad amministrarli e governarli e che la politica deve essere in grado di riscoprire e fare suo, facendone la base del proprio agire. Veniamo da anni difficilissimi, caratterizzati prima dall'emergenza pandemica e dalla guerra in Ucraina poi. Ci troviamo di fronte ad uno scenario internazionale complesso, che si ripercuote nel vivere quotidiano delle persone. Per questo sono portato a credere che continuare ad alimentare forme di scontro non sia la via migliore per avvicinare la cittadinanza alla politica. Questa è l'indicazione che ci è arrivata dalla Spagna e che mi auguro che possa essere d'auspicio anche per la realtà sammarinese. Non è il momento della guerra tra bande, ma di chi vuole mettere veramente la testa e il cuore nei progetti in maniera concreta, ricercando soluzioni che devono essere il frutto di condivisione e dialogo. Il nostro Paese ha bisogno di tutto fuorché di inutili tensioni e barricate, e questo vale tanto per la maggioranza quanto per l'opposizione. Le elezioni spagnole, dunque, confermano la capacità delle forze politiche moderate di tornare ad essere protagoniste, penalizzando invece coloro che in questi anni hanno cavalcato il voto di pancia, le cattiverie e le strumentalizzazioni. Quegli stessi populisti che, dopo aver magari ricoperto posizioni di leadership e potere, hanno - come nel caso di San Marino - paralizzato il Paese attraverso i loro continui veti e i loro continui no. La speranza dunque è che il messaggio emerso dalle elezioni spagnole possa fungere da ispirazione per la nostra Repubblica, spingendo le forze moderate, democratiche e responsabili a ritrovarsi attorno ad un tavolo per stringere un patto sociale in grado di proiettare il Paese verso nuovi, importanti traguardi: partendo dall'Accordo di Associazione fino ad arrivare ad una grande stagione di riforme.
C.s. Lorenzo Bugli (Pdcs)