Lotta all’AIDS: l’impegno costante di San Marino
Classificata per la prima volta nel 1981, la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, più nota con l’acronimo di AIDS, è ancora oggi una malattia diffusa e pericolosa. Per richiamare l’attenzione su tale patologia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha istituito una giornata mondiale dedicato alla lotta all’AIDS, che si celebra fin dal 1988 ogni 1° dicembre. I progressi terapeutici raggiunti al giorno d’oggi, consentono di mantenere la malattia sotto controllo ed è anche migliorata la qualità della vita dei pazienti. Dai dati che vengono diffusi annualmente, emerge tuttavia, un pericoloso calo di attenzione, in particolare sui rischi di trasmissione. I numeri dicono che da quando è scoppiata l’epidemia, negli anni Ottanta, sono morti oltre 35 milioni di uomini e donne e attualmente nel mondo sono quasi 38 milioni le persone sieropositive al virus dell’HIV, responsabile dell’AIDS, con circa 1,7 milioni i nuovi casi ogni anno e quasi un milione di decessi. Il messaggio scelto quest’anno dall’Organizzazione mondiale della sanità, per il World AIDS Day è “Communities make the difference”, cioè “le comunità fanno la differenza”. Significa che proprio che le comunità di persone che vivono con l'HIV e gli operatori sanitari della comunità hanno svolto un ruolo chiave nella risposta all'HIV. Di qui l’invito dell’OMS ad ascoltare le loro storie su come fare la differenza e cambiare la vita. In Italia, secondo le stime dell’OMS, oscillano tra le 120mila e 150mila le persone sieropositive. A San Marino i dati attuali sono in linea con quelli degli ultimi anni: sono 71 ad oggi i pazienti sieropositivi in cura, in quanto hanno contratto il virus dell’HIV, di cui i 3/4 sono maschi. Nel corso del 2019 si è registrato un nuovo caso di infezione, (si era verificato un nuovo caso anche nel 2018). E sempre quest’anno si è registrato anche il decesso di un paziente affetto da AIDS. Significativo anche l’impegno economico della cura delle persone affette da HIV, che al 30 ottobre 2019 ammonta già a 205mila euro in crescita di circa 40mila euro rispetto al 2018. La cura del cittadino sieropositivo e del malato di AIDS avviene quasi esclusivamente a Rimini o comunque fuori territorio, dove sono presenti reparti specificamente attrezzati per le malattie infettive. La principale causa di infezione, soprattutto a San Marino, è rappresentata dai rapporti sessuali. Le terapie attuali, che comprendono un mix di più farmaci, hanno compiuto notevoli passi in avanti consentendo un miglioramento delle condizioni e dell’aspettativa di vita delle persone sieropositive, riuscendo quasi ad azzerare le possibilità di contagio. Tuttavia non esiste ancora un vaccino efficace e quindi l’attenzione deve restare massima. Per questo motivo la segreteria di Stato alla Sanità e l’Istituto per la Sicurezza Sociale, alla luce anche delle indicazioni contenute nel Piano Sanitario e Socio Sanitario della Repubblica di San Marino, hanno anche quest’anno promosso una campagna di sensibilizzazione nella popolazione su questo importante tema, attraverso manifesti e messaggi sui media e sui canali social. “Nella lotta all’AIDS – dichiara il Segretario di Stato alla Sanità Franco Santi – è importante promuovere una comunicazione efficace. Si tratta di una sfida che deve coinvolgerci come comunità di San Marino, come da tempo stiamo facendo, senza abbassare la guardia, soprattutto per far comprendere alle nuove generazioni, i rischi che si corrono sottovalutando i comportamenti a rischio.” “Come previsto nel Piano Sanitario e Socio Sanitario – ricorda il direttore Generale dell’ISS Andrea Gualtieri – nella lotta all’AIDS e alle infezioni da HIV, è importante agire su più fronti, tramite interventi di educazione nelle scuole svolti dalla UOS Centro Salute Donna in collaborazione con il servizio di Urologia, e anche attraverso il supporto del Tavolo di educazione alla salute. Oltre alla prevenzione, fondamentale, occorre potenziare ulteriormente le attività volte all’identificazione precoce del virus anche attraverso l’offerta attiva del test HIV, su cui l’ISS sta compiendo delle valutazioni per adottare la modalità più efficace, anche perché i progressi della medicina consentono alle persone affette da HIV di poter condurre una vita normale, riducendo il rischio di nuovi contagi se si interviene precocemente con le terapie e si conducono corretti stili di via, con riferimento alle abitudini sessuali”.