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Luca Lazzari: "Confronto convenzione Sitas - Borletti/DEA"

24 ago 2015
Luca Lazzari: "Confronto convenzione Sitas - Borletti/DEA"
Luca Lazzari: "Confronto convenzione Sitas - Borletti/DEA"
Mentre ero impegnato in un lavoro di ricerca storica mi sono imbattuto nella convenzione stipulata nel 1949 tra il governo social-comunista pre-roveretiano e la Società incremento turistico alberghiero sammarinese (Sitas), quella della casa da gioco e del palazzo Kursaal. Sicché ho pensato che confrontare quella convezione con la convezione Borletti/DEA sarebbe stato un modo incontrovertibile per valutare la capacità negoziale del governo.

Bisogna considerare che all’epoca la situazione era molto più disgraziata di quanto non lo sia adesso. Ancora le macerie fumavano e già iniziava un’altra guerra: la guerra fredda. Ai bolscevichi del monte Titano, fuori dal confine tutti li volevano morti: dal ministro degli interni Scelba fino al Dipartimento di stato USA. Il governo italiano, per ritorsione, aveva interrotto la corresponsione del canone doganale - che da solo costituiva circa metà del bilancio. Il debito pubblico superava i duecento milioni di lire. La sovranità statuale era monca. Per molti sammarinesi l’unica prospettiva era l’emigrazione.

Ebbene, nonostante l’evidente disparità di forze, il governo di allora vince sull’attuale in una misura a dir poco imbarazzante. Chi avrà la curiosità e la pazienza di continuare nella lettura dell’articolo potrà verificarlo da sé.

CLAUSOLE TRIBUTARIE
La convenzione Sitas si chiudeva con una dichiarazione che già da sola porta il governo di Gino Giacomini a un livello di dignità che non ha termini di paragone col governo di Bene comune: “Il trattamento tributario ordinario e straordinario cui potrà essere assoggettata la società concessionaria, non dovrà risultare difforme né più oneroso di quello applicato ad ogni altra società esercente normali attività commerciali, industriali ed agricole nel territorio della Repubblica”.

All’erario spettavano ben “il 50% degli introiti lordi del giuoco”, che dovevano essere versati per decadi il primo, l’undicesimo e il ventunesimo di ogni mese. In caso di ritardo la società veniva immediatamente messa in mora senza preavviso e avrebbe pagato una penale pari al triplo degli interessi legali. Se entro dieci giorni persisteva nel non pagamento, la concessione era immediatamente revocata.

Gli impegni per la Sitas non erano finiti. Giocatori o non giocatori, erano previsti degli introiti minimi da corrispondere all’erario: 150 milioni per il primo anno; 180 per i seguenti.

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La convenzione Borletti/DEA - al contrario - stabilisce innumerevoli deroghe di legge: autorizza la cumulabilità di benefici non cumulabili (sgravi fiscali sugli utili reinvestiti, riduzione al 6% della monofase sulle opere edili, ricorso al credito agevolato); porta il tempo massimo per l’abbattimento d’imposta da otto a dodici anni; riduce o forfetizza le imposte di registro; azzera gli oneri di concessione; ripristina un particolare trattamento fiscale scaduto il 31 dicembre 2010; allunga i tempi di finanziamento del credito agevolato da cinque a sette anni; aumenta il contributo in conto interessi dal 70% all’ 80%; esclude i controlli del Comitato di valutazione.

Per quanto riguarda le entrate - stante le agevolazioni di legge e extra-legge - si limiteranno unicamente al pagamento della monofase, per il quale non è previsto alcun importo minimo. Senza considerare poi che il centro commerciale potrebbe entrare in concorrenza con le attività esistenti. Nel qual caso si sarebbe realizzato il guadagno del castagnaro. Va segnalato che rispetto al grave rischio di danneggiamento dell’impianto commerciale che garantisce reddito a centinaia di famiglie sammarinesi, non esiste alcuno studio previsionale.

CLAUSOLE FINANZIARIE
Al momento della stipula della convenzione, la Sitas avrebbe finanziato il governo di San Marino con 100 milioni senza interessi, da estinguere a rate in ragione del 50% sulle decadi degli introiti. A questi si sarebbe aggiunto un altro mutuo, di 50 milioni, alle stesse condizioni.

La Sitas avrebbe inoltre finanziato i lavori di asfaltatura della strada consolare con 15 milioni subito ed altri 30 entro un anno, sempre da scontare con gli introiti; più un milione all’anno a favore dell’Istituto di previdenza e assistenza sammarinese.

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Il gruppo Borletti/DEA, anziché finanziare il governo, si fa finanziare dal governo. Per mezzo del credito agevolato il rischio d’impresa verrà esteso anche al settore bancario sammarinese, ma soprattutto sarà ulteriormente aggravata la situazione delle finanze pubbliche, che dovranno sostenere il costo della quota interessi sui 120 milioni di euro dell’investimento.

No plus ultra dell’impresa assistita, le opere accessorie, per altro del tutto prive di interesse collettivo - bonifica del terreno in cui ha sede il confinante impianto di frantumazione degli inerti, realizzazione della bretella di collegamento con la SS72 e del parcheggio - saranno spesate, sotto varie forme, dall’Eccellentissima camera.

CLAUSOLE PER L’ASSUNZIONE DI PERSONALE
A San Marino di case da gioco non ce n’erano mai state. Pertanto la Sitas, in una primo momento, dovette necessariamente reclutare il personale di sala altrove - nello specifico sulla piazza del casinò di San Remo. Nello stesso momento, però, istituì due scuole per la formazione professionale dei sammarinesi: una per i croupier, l’altra per i controllori. Per quel che riguardava il personale di servizio, come per il guardaroba, gli uscieri, ecc. vennero assunti da subito lavoratori sammarinesi.

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La convenzione Borletti/DEA stabilisce solamente che verrà assunto “con criteri di preferenza il personale dipendente residente in San Marino”, il quale però - si aggiunge - dovrà possedere “le caratteristiche necessarie allo svolgimento delle attività del centro commerciale”. Quali caratteristiche? Essere di bella presenza e al contempo conoscere il russo o l’arabo? Se dovessero essere queste le caratteristiche richieste è ovvio che i sammarinesi assumibili si ridurrebbero a pochissime unità. I posti di lavoro più qualificati “aventi funzioni manageriali e/o direttive”, saranno riservati a figure di fiducia del gruppo. L’eventuale organizzazione di corsi di qualificazione professionale, è lasciata al Centro di formazione (il CFP che ha sede a Serravalle).

CLAUSOLE PER L’INCREMENTO TURISTICO
La Sitas doveva promuovere manifestazioni a carattere reclamistico per almeno dieci milioni il primo anno, cifra che saliva a quindici in quelli successivi, secondo un piano approvato dal governo. Per esempio doveva organizzare raduni automobilistici, mostre canine e culturali, gare di tiro a volo e incontri tennistici internazionali. Il tutto sotto il controllo dell’Ente del turismo. Come se non bastasse, la Sitas si impegnava a finanziare, a metà col governo, altre manifestazioni di ampio respiro, oltre a mettere a disposizione della Commissione governativa per lo sport un milione all’anno.

La Sitas doveva inoltre favorire lo sviluppo dei collegamenti tra San Marino e i centri più importanti dell’Italia. Strinse, per esempio, accordi con alcune compagnie di trasporto che includevano nella spesa di viaggio anche il biglietto di ingresso alla casa da gioco.

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Per il gruppo Borletti/DEA, l’impegno è praticamente nullo: “riservare uno spazio gratuito all'interno del centro per la promozione turistica e culturale a cura dei competenti uffici sammarinesi”.

CLAUSOLE DI CONTROLLO SULLO STANDARD DELL’ATTIVITÀ
Era obbligo della Sitas mantenere nei locali del teatro Titano, prima sede del Kursaal, un’orchestra da ballo. Una volta inaugurato il nuovo Kursaal, dovevano essere almeno quaranta gli spettacoli da svolgersi annualmente, e questo oltre all’organizzazione di grandi festa da ballo, “di gala e di gran lusso per il richiamo della clientela più facoltosa”.

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Fissare dei vincoli per l’alto standard del centro commerciale sarebbe stato importante, non per ragioni di prestigio o di fascinazione commerciale, ma - ragione più importante - per evitare la concorrenza con le imprese locali. Viceversa la convenzione lascia agli investitori un ventaglio largo di posizionamento.

CLAUSOLE PER LA REALIZZAZIONE DELL’OPERA
Il gioco sarebbe stato svolto per il primo anno nei locali del teatro Titano, dato in affitto per un milione al mese. Entro il 31 luglio del 1950, la Sitas avrebbe dovuto costruire il nuovo Kursaal secondo precise indicazioni che lo avrebbero reso la preziosa infrastruttura che è tuttora.

Inoltre la Sitas avrebbe dovuto completare entro il 30 giugno 1952 un albergo di almeno 100 stanze per 150 posti letto. “Tale albergo - si legge nella convenzione - dovrà essere in stile consono all’architettura dominante e tradizionale della Repubblica e di fattura moderna, opportunamente corredato di tutti quei servizi che, nella vicina Repubblica italiana, in stazioni di soggiorno e turismo fruenti di case da gioco, lo farebbero appartenere alla prima categoria”.

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La cittadella di confine finto-medievale, una volta esauritosi il commercio della moda, sarà solo una stortura urbanistica, un enorme volume di cemento i cui costi di manutenzione e mantenimento prima o dopo ricadranno sulla collettività.

All’articolo 20 della convenzione si stabilisce che “l'Ecc.ma Camera si impegna a fare quanto possibile affinché gli immobili e/o manufatti che verranno eventualmente in futuro realizzati nelle aree limitrofe al centro commerciale siano in linea con i migliori standard visivi e paesaggistici, cui il medesimo centro commerciale è ispirato“. Nella convenzione Sitas - come abbiamo visto - è l’investitore a doversi adeguare allo “stile dominante e tradizionale della Repubblica”. Qui è l’inverso. Potrà sembrare un’inezia, ma sovranità trova affermazione o svilimento anche in questi particolari.

CLAUSOLE PER L’OPZIONE DI ACQUISTO
Una volta terminata la convenzione - che aveva durata novennale - il governo avrebbe avuto la facoltà di acquistare il Kursaal “e con esso gli arredi, il mobilio, gli attrezzi […] il tutto a prezzo di perizia ridotto del 30%” e, in via subordinata, l’immobile albergo, con le stesse modalità”. La consegna dei beni avveniva al pagamento del prezzo. Se la convenzione fosse stata rinnovata per altri nove anni, al termine gli immobili e le attrezzature contenute sarebbero passati direttamente al governo senza alcun riscatto.

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Il commercio di articoli di abbigliamento non è soggetto a concessione amministrativa e pertanto sarebbe stato anomalo prevedere il diritto di riscatto. In ogni caso si rende necessaria un’osservazione: l’articolo 12 stabilisce che “nella denegata ipotesi di mancato completamento delle opere edili […], l'Ecc.ma Camera - dopo il decorso di un periodo di quattro anni - avrà l'opzione di acquistare al prezzo di un euro le partecipazioni della società”, - subito dopo però si specifica - “fermi restando in ogni caso i diritti dei creditori”. La clausola ha dunque una doppia valenza molto critica.

QUALE INSEGNAMENTO SE NE RICAVA?
Per certo che un tempo i politici erano provvisti di un maggior senso delle istituzioni e dell’interesse collettivo. Ma se ne ricava uno ancor più profondo.

Nel 1951, la casa da gioco venne fatta chiudere dal governo italiano a forza di blocchi stradali. Ne seguì un contenzioso con la Sitas e la Picasa (l’impresa che aveva realizzato il palazzo Kursaal) che si risolse solo nel 1969, con l’esborso di 240 milioni di lire da parte dell’Eccellentissima camera.

È il finale ormai scontato di ogni grande convenzione: ditta Rosso, Giochi del Titano e tutte le altre. Ogni volta i sammarinesi ci rimettono. Pertanto ogni volta qualcuno ci guadagna. Chi? Sarebbe importante saperlo. Forse si spiegherebbe meglio anche l’attrazione di qualsivoglia governo per le grandi convenzioni, quelle che muovono un sacco di soldi tutti insieme.

E se per Machiavelli la storia è “maestra di vita”, per i politici sammarinesi è “maestra di inganno”, ovvero insegna come prendere per il naso un popolo che nonostante conti i propri giorni a partire dal 301 dopo Cristo, ogni mattina si sveglia come se fosse il primo.

Luca Lazzari

A chi intendesse approfondire l’argomento segnalo i testi di cui mi sono servito io stesso: Storia illustrata della Repubblica di San Marino - AIEP editore; Quaderni nn. 12 e 33 del Centro sammarinese di studi storici.

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