Manifesti funebri contro unione gay, assolto Mirco Ottaviani
Nella giornata di martedi 19 marzo la Corte d'Appello di Bologna ha assolto per improcedibilità dell'azione penale l'ex leader di Forza Nuova in Romagna Mirco Ottaviani, oggi tra i massimi esponenti del Movimento Nazionale - La Rete dei Patrioti. I fatti risalgono al settembre 2016 quando per contestare la prima unione civile tra due uomini nel Comune di Cesena furono affissi per le vie della città dei manifesti funebri accompagnati da lumini e crisantemi e dalla frase "matrimonio gay, funerale d'Italia". In primo grado Ottaviani era stato assolto dall'accusa di aver violato la legge Mancino - imputazione ipotizzata, per la prima volta in Italia dalla procura di Forlì, in relazione alla discriminazione di genere/omofobia - e condannato residualmente dal Tribunale per diffamazione aggravata, nonché al risarcimento di 1500 euro all'Arcigay Rimini che si era costituita parte civile nel procedimento giudiziario. Il processo infatti era stato avviato proprio in seguito all'esposto promosso da Arcigay. A dare ragione a Ottaviani, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, è stata però la Corte d'appello di Bologna che, in assenza di querela da parte dei due uomini che si univano civilmente quel giorno, ha accolto l'appello dei difensori ritenendo non doversi procedere nei confronti dell'imputato anche per l'accusa di diffamazione, oltre quella per discriminazione già caduta in primo grado, condannando Arcigay al pagamento delle spese legali.
cs Mirco Ottaviani