MDSMI. Spunta il debito estero sul Monte
Le riforme per anni declamate, sono state superate dal ricorso all’indebitamento. In un percorso ideale, le riforme dovrebbero precedere l’eventuale ricorso ad un ulteriore indebitamento pubblico e non è necessario essere economisti per capirne il senso. Non è necessario, perché il buonsenso vuole che prima di versare altri liquidi in un contenitore bucato, si cerchi di chiudere le falle, almeno quelle più evidenti, per evitare lo spreco di altre risorse.
Prima di ricorrere all’indebitamento, attraverso le riforme, si dovrebbe intervenire sugli sprechi, sui privilegi di una casta di speculatori attaccati come parassiti alle risorse pubbliche. Ma questo incide negativamente sul consenso elettorale. Allora meglio indebitarsi aprendo anche a finanziatori esteri. Meglio pregiudicare la nostra sovranità. Meglio gravare sulle generazioni future, invece di lasciargli un paese sufficientemente organizzato, per non esagerare, lasciamogli una serie di problemi irrisolti su cui costruire le loro opportunità ed esprimere il loro talento.
Dovremo decretare un minuto di silenzio per le riforme scomparse. Oppure dovremo aspettare la prossima tornata elettorale per sentire nuovamente parole come merito, principi democratici, sociale, riforme, rappresentatività, trasparenza. Al momento abbiamo una trasparenza camouflage, quindi in linea con le mode del momento, che facciamo sfilare sulla passerella del consenso, senza inibizioni alcune, nel mostrare la sensualità elettorale del suo buonismo.
La “nuova” classe politica, aveva l’occasione di esprimere nuovi modelli economici. L’occasione di palesare una maturità politica, allontanando il paese dalle soluzioni facili come quella di voler rendere tutti ricchi attraverso la piazza finanziaria, con le conseguenze ancor oggi evidenti soprattutto nel settore bancario, fermo ancora a misurare il grado di trasparenza con cui mostrare i suoi problemi.
Invece, ha scelto la strada più facile, quella dell’indebitamento estero, preferendola a quella di riforme necessarie.
Non ce n’e stupiamo più di tanto , da chi rappresenta , di fatto, con qualche operazione di maquillage la continuazione del passato.
Il debito pubblico è una bomba che va disinnescata, non alimentata attraverso ulteriore indebitamento verso finanziatori esteri.
Come possiamo rientrare del debito e degli interessi connessi, se in questo paese c’è una stagnazione occupazionale? se le attività chiudono in troppi casi per la soffocante burocrazia istituzionale?
Sicuramente non tagliando i servizi necessari per lo sviluppo economico e sociale del paese, presentandoli come sprechi. Che poi non sono altro che privazioni di diritti, alla scuola, alla sanità, al lavoro. E tutto questo per non voler affrontare la spesa corrente, in cui sono mimetizzati interessi privati, privilegi, che generano uno stato sociale disequilibrato che produce in misura sempre maggiore dualismi.
Il paese ha bisogno di riforme vere e condivise da tutte le forze politiche, senza la distinzione fra maggioranza e opposizione. Il paese ha bisogno di un rinnovamento culturale che cambi totalmente il rapporto fra istituzioni e cittadino. Le istituzioni non possono continuare ad essere una succursale di privilegi per pochi eletti.
Quando avremo norme condivise e non calate dall’alto?
Quando avremo un modello economico, che non sia quello di portare avanti una parte delle soluzioni del precedente esecutivo?
Quando vedremo spuntare le riforme dal Monte non vestite camouflage?
La parte più camouflage, come le antenne, anche quelle spunteranno dal Monte come ha fatto il Debito Pubblico estero in un giorno di febbraio, mese del carnevale e delle chiacchere.