Minacce e ricatti ai rappresentanti di Indipendenza Sammarinese: non solo censure
Dopo le censure al nostro precedente comunicato, arrivano anche gravi minacce e ricatti ai nostri rappresentanti. Non è bastato negarci la libertà di espressione, ora c'è chi vuole addirittura privarci dei nostri diritti umani fondamentali, interferendo nelle nostre vite private. I rappresentanti di Indipendenza non intendono però piegarsi di fronte ai soprusi e continueranno a raccontare ai sammarinesi le scomode verità che non si vuole vengano dette. Il percorso di legalità intrapreso negli ultimi decenni dal nostro paese é oggi malamente naufragato.
Non esiste più la giustizia: questo termine ha assunto una declinazione personalistica, a seconda dei soggetti interessati e delle vendette in corso. Indipendenza Sammarinese non tollera questa deriva e non tollera interferenze nell'amministrazione della giustizia. Noi vogliamo che la magistratura sia veramente terza e imparziale, che giudichi con scienza e coscienza, ispirata solo dal perseguimento della verità, anche quando questa non è gradita alle fanatiche tifoserie del momento. A noi non interessa "chi" ma "cosa" vogliamo dalla giustizia.
Noi di Indipendenza Sammarinese:
- non accettiamo che i processi possano essere deviati fin dal principio, al fine di raggiungere uno specifico risultato che nulla ha a che vedere con la legalità e la giustizia. I processi devono essere iscritti a carico degli indiziati - nomi e cognomi
- e non contro ignoti allorquando si tratti di amici o amici di amici. Le indagini devono avvenire secondo la legge e i processi non devono essere lasciati morire sulle scrivanie ogni volta che la prescrizione istruttoria risulti l'unico escamotage per far passare impunito chi invece deve essere punito. Peraltro, spesso, a dispetto di ordinanze di giudici d'appello che, accertate le responsabilità dei soggetti coinvolti, riaprono le indagini.
- non accettiamo che una ragazza egiziana muoia e nessuno gli renda giustizia. Tutti devono avere diritto ad un (giusto) processo, anche i familiari delle vittime, siano esse straniere o concittadine, ricche o povere;
- non accettiamo che la privazione della libertà personale, che in una comunità piccola come San Marino suona e vale come una sentenza di morte, possa essere un provvedimento disposto solo per compiacere qualcuno;
- non accettiamo che una persona tenuta in galera, dopo 9 anni, ancora non sappia i motivi per i quali gli è stata negata la libertà poiché il fascicolo è ancora segretato, a dispetto di ogni legge e in violazione di ogni diritto fondamentale;
- non accettiamo che le Ordinanze possano essere pubblicate prima che il Magistrato le firmi, sempre che sia lo stesso Magistrato ad averle scritte. Pretendiamo che sia instaurato un fattivo controllo su chi effettivamente scrive i provvedimenti dei Magistrati; - non accettiamo che un Magistrato possa fingere di non sapere che la propria compagna sia stata rinviata a giudizio e non accettiamo che possano essere compulsati e influenzati i colleghi che dovranno giudicarla;
- non accettiamo che un Magistrato possa essere titolare di procedimenti in materia di reati bancari allorquando la propria compagna, oltre che imputata, possa essere revisore in una Banca e sindaco in un'altra Banca. Soggetti, questi, ovviamente coinvolti in ogni indagine bancaria. Non basta la benevolenza di qualche controllore a cancellare i reati di qualcuno. Noi pretendiamo che ci sia la decenza o almeno il senso di decenza di astenersi di fronte a queste situazioni.
Noi di Indipendenza sammarinese pretendiamo che la giustizia sia giustizia per tutti e non veda come cadaveri solo i comuni cittadini. Noi di Indipendenza sammarinese ci impegnamo con tutta la cittadinanza a raccontare, scevri da ogni condizionamento e guidati solo della verità, tutto il marcio che c’è e continuerà ad esserci se non lo fermiamo.