Con l'emanazione del Decreto Delegato n. 73 del 29 aprile, che modifica le norme sull'assegno minimo garantito ai nuclei familiari, finalmente qualcosa si è mosso. A seguito delle forti pressioni e sollecitazioni delle organizzazioni sindacali avvenute lo scorso anno, rilanciate dalla CSdL quando il Congresso di Stato ha emanato il cosiddetto Decreto Ristori per le aziende, sono stati aumentati gli importi di questo intervento di sostegno ai cittadini in difficoltà. Il reddito minimo è stato portato, dai precedenti 580 euro a 650 euro, maggiorato di 150 euro per il coniuge o per il convivente, e di 100 euro, rispetto ai 50 pre-esistenti, per ogni altro membro del nucleo famigliare. Il reddito minimo della famiglia è ulteriormente maggiorato in misura pari al 50% del canone mensile dell'affitto, fino a 400 euro al mese. È invece rimasta invariata la impossibilità di accedervi per i nuclei familiari che possiedono immobili oltre la casa di abitazione, mentre è stata aumentata da 6.000 a 12.000 euro la somma di denaro o di strumenti finanziari detenuti oltre la quale non si ha diritto all’assegno. È una novità importante, a suo tempo richiesta dalla CSU, ma ciò significa che le famiglie devono dare fondo a quasi tutti i propri risparmi, prima di poter essere considerati in condizioni di difficoltà, mentre analoghe disposizioni non sono state previste per differenziare i ristori alle aziende, se non in misura molto parziale. Siamo quindi ancora lontani rispetto all’obiettivo dell’equità. Questo necessario intervento, dal quale finora sono stati esclusi numerosi nuclei famigliari che hanno subito una drastica riduzione del reddito, al pari delle imprese, deve essere calibrato sulla base delle reali necessità di sostegno delle famiglie, e non attraverso alcuni parametri computati in misura forfetaria. Le resistenze del Governo alla revisione della norma, avvenuta solo ora, erano legate alla possibilità che questo assegno venisse percepito anche da persone che non ne avessero reale necessità, ad esempio perché la rete familiare sarebbe in condizioni di sostenere i loro congiunti. In tal senso da parte nostra riteniamo corretto che le verifiche sulla reale sussistenza dei requisiti per ricevere l'assegno familiare possano essere ampliate. Prima della ratifica del Decreto Delegato in Consiglio Grande e Generale, la CSdL insisterà affinché si tenga conto di queste considerazioni, che riteniamo quanto meno di buon senso.
CSdL