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Morganti. Banca di San Marino: opportunità e prudenza

14 apr 2025
Giuseppe Morganti. Immagine di repertorio
Giuseppe Morganti. Immagine di repertorio

L’assemblea dei soci dell’Ente Cassa di Faetano è stata convocata sabato scorso per decidere di modificare l’art. 4 del proprio statuto affinché venga rimosso il vincolo che impedisce la cessione del 51% di azioni della Banca di San Marino. La proposta era stata resa possibile dalla decisione del Consiglio Grande e Generale che il 3 marzo ha abrogato l’intera legge 130/95 svincolando gli enti bancari dagli obblighi relativi alla loro condizione di detentori di quote di banche sammarinesi. Sebbene la decisione sia stata preceduta dall’intervento del Presidente dell’ECF, Marco Beccari, che ha fornito una breve informativa rispetto all’offerta di acquisizione di un pacchetto azionario di circa il 69% da parte di un intermediario con sede in Bulgaria, l’assemblea non ha adottato alcuna decisione in merito. Anzi l’assemblea è stata più volte rassicurata in tal senso dal Presidente stesso che ha richiamato l’attenzione sulla decisione da assumere, cioè quella della modifica dello Statuto, il che non avrebbe significato via libera alla cessione delle azioni di Banca di San Marino. Mi aspettavo di leggere questa chiarezza nel comunicato stampa diramato dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente Cassa di Faetano mentre in esso leggiamo che all’ordine del giorno dell’Assemblea vi era un’informativa relativa “alle trattative in corso per la cessione della quota di maggioranza di BSM S.p.A. insieme ad un contestuale aggiornamento statutario”. Contestuale significa che il secondo ha determinato anche il primo. Quasi le due questioni rappresentino la medesima questione. Il timore che il Cda dell’ECF voglia proprio intendere che la decisione sullo Statuto viene considerata di fatto l’autorizzazione a cedere alla holding bulgara, si fa più grave leggendo l’ultima parte del comunicato stampa: “A conclusione della trattativa sarà convocata un’Assemblea informativa per riferire sull’esito delle diverse interlocuzioni”. Se l’Assemblea sarà “informativa” ciò significa per il Cda che la decisione sulla cessione spetta solo al Cda stesso. Se fosse così l’esito sarebbe scontato in quanto nel corso dell’assemblea di sabato autorevoli membri del CDA hanno manifestato apertamente la propria propensione nell’accettare l’offerta dell’investitore bulgaro. Credo invece che il diritto di proprietà del pacchetto azionario di BSM SpA detenuto da ECF è invece pienamente di ECF e solo l’Assemblea può decidere se alienarlo o meno e a chi. Ci tengo a sottolineare che non sono stato contrario alla modifica dello Statuto, tanto che in Consiglio Grande e Generale ho votato favorevolmente l’articolo che ha abrogato la legge 130/95, ma ritengo che nella decisione della cessione debba essere usata grande prudenza. Prima di tutto, occorre ringraziare il direttore Aldo Calvani, che con competenza ha esattamente delineato quali sono le incombenze di BSM SpA. Incombenze che non riguardano il conto economico, ora in attivo, anche se ci sarebbe ancora molto da fare per renderlo migliore, ma la necessità di patrimonializzare la banca per rispettare i vincoli di Basilea a cui si richiama Banca Centrale. Occorre dire che tali vincoli, importantissimi per dare stabilità al sistema finanziario sammarinese, dovranno essere oggetto di attenta valutazione nella loro applicazione in quanto il problema non riguarda di certo solo BSM. Calvani, non nascondendo l’emozione, ha indicato tecnicamente il significato dell’applicazione di Basilea, ma non si è mai spinto nel sostenere la necessità imminente della cessione. Del resto, nonostante le rassicurazioni che l’acquirente avrebbe dato, risulta del tutto naturale che l’intera struttura della banca verrà cambiata con il suo arrivo e con essa i progetti che hanno consentito negli ultimi due esercizi di superare la crisi determinata dalla lunga stagione delle perdite. Pare invece di capire che l’urgenza determinata dall’andamento del conto economico sia stata brillantemente superata e che l’utile per il 2024 sarà superiore a quello del 2023. E ciò, ritengo, non solo consentirà una seppur parziale ricapitalizzazione della Banca, ma anche la distribuzione di un dividendo per venire incontro alla difficoltà di bilancio dell’ECF. Ricapitalizzazione che potrà avvenire anche nei prossimi anni infondendo fiducia nei risparmiatori e continuando il lavoro impostato da Calvani. Nel frattempo per dare solidità alla BSM rispetto ai vincoli di Basilea, non deve essere escluso un intervento pubblico. E’ stato fatto per Cassa di Risparmio, è più che giusto che venga fatto per BSM, tra l’altro in una proporzione inferiore del 10 contro 1, non sono infatti necessari 450 milioni in questo caso, ma ne sono sufficienti 40, ed inoltre si tratterebbe di una cessione di quote solo temporanea senza che BSM diventi anch’essa definitivamente di proprietà dello Stato. Con queste condizioni che faranno guadagnare il tempo necessario, BSM così come tutto il comparto finanziario sammarinese potrà affrontare serenamente le enormi opportunità che si aprono per le banche sammarinesi con l’accordo di associazione all’Unione Europea. Oggi il loro mercato è di 35 mila persone e circa 5000 operatori economici, domani sarà di 400 milioni di persone e 32 milioni di imprese. Se saranno all’altezza e lo Stato saprà essere al passo con queste nuove esigenze, le banche sammarinesi potranno conquistare nicchie di mercato, enormi per le proporzioni cui siamo abituati. Il valore di tutte le imprese, in particolare di quelle che possono svolgere attività bancaria, non potrà essere paragonato a quello attuale. Ecco forse uno dei motivi per cui oggi si sono manifestati investitori disposti a pagare 30 milioni di euro senza parametrarli con il ritorno degli utili prodotti. Anzi mi auguro che il motivo sia proprio questo, cioè quello di cogliere le opportunità che invece chi detiene oggi BSM non intravede, piuttosto che il desiderio di gestire una raccolta di circa un miliardo di euro, magari con i criteri riservati alle controllate in Romania e in Germania.

Giuseppe M. Morganti – socio dell’Ente Cassa di Faetano





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