Mostra di hopper già più di 200 pesaresi in visita a Bologna
E’ certamente insieme alla mostra dei Carracci, l’evento artistico più importante per Bologna. Ed anche gli amanti dell’arte pesaresi non si sono e non si faranno sfuggire l’occasione di poter vedere a Palazzo Fava e al Palazzo delle Esposizioni fino al 24 luglio 2016, la mostra su Edwuard Hopper (1882-1967), il più popolare e noto artista americano, insieme ad Andy Warhol, del XX secolo. Già nei primi giorni di apertura della mostra, più di 200 pesaresi si sono messi in fila, per vedere le opere di un artista schivo e taciturno, amante degli orizzonti del mare e della luce chiara del suo grande studio, che chiariscono subito la sua poetica, fatta di poche parole, ma molto significative: “Se potessi dirlo a parole, non ci sarebbe alcun motivo per dipingere’’. La mostra felsinea è prodotta ed organizzata da Arthemisia Group, unitamente a Fondazione Carisbo e Genus Bononiae, Musei nella Città e con il comune di Bologna e il Whitney Museum of American Art di New York, dà conto dell’intero arco temporale della produzione di Edward Hopper, dagli acquerelli parigini ai paesaggi e scorci cittadini degli anni ’50 e ’60,attraverso circa 60 opere tra cui celebri capolavori South Carolina Morning (1955), Second Story Sunlight (1960), New York Interior (1921), Le Bistro or The Wine Shop (1909), Summer Interior (1909), interessantissimi studi come lo studio per Girlie Show del 1941 che celebrano la mano di Hopper, disegnatore grandissimo, un percorso che attraversa la sua produzione e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento. Certamente l’opera più rara, in mostra, è Soir Bleu, realizzata da Hopper nel 1914, un simbolo della solitudine e dell’alienazione umana.L’esposizione è curata da Barbara Haskell in collaborazione con Luca Beatrice. E Hopper non rimarrà solo nella calde estate bolognese, infatti dal 7 aprile al 26 giugno 2016, l’Istituzione Bologna Musei e Musei Morandi, presenteranno un focus di paesaggi morandiani che dialogheranno a distanza con i lavori di Hopper. Ancora la Fondazione Cineteca di Bologna proporrà una rassegna che racconterà l’influenza di Hopper sul cinema.La mostra è suddivisa in sei sezioni . E’ seguito un ordine tematico e cronologico che permette all’esposizione di ripercorrere la produzione di Hopper dalla formazione accademica agli anni in cui studiava a Parigi, fino al periodo classico degli anni ’30,’40 e ’50, per arrivare alle iconiche e intense immagini degli ultimi anni.Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista: l’olio, l’acquerello, ed incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti, aspetto fondamentale della sua produzione. Le prime sezioni illustrano un gruppo di autoritratti, le opere del periodo accademico e gli schizzi inondati di luce e le opere del periodo parigino. Nella sezione che celebra la straordinaria mano di Hopper disegnatore e il suo metodo di lavoro, è presentato un importante gruppo di disegni preparatori come Study for Gas. La mostra riunisce anche alcune delle più significative immagini di donne,nude o semi vestite, da sole e in affacendate o contemplative; dipinti che raccontano al meglio la donna.Hopper è stato per lungo tempo associato a suggestive immagini di edifici rurali e alle persone che vi abitavano.
Paolo Montanari
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