Movimento Rete sulle Poste
Il progetto di togliere le poste dalla Pa per farla divenire, prima ente poste nel 2012, e poi Poste Spa nel 2015, è risultato fallimentare in quanto fin dalla sua costituzione Poste ha prodotto bilanci con perdite sempre più consistenti, attorno al mezzo milione di euro, fino ad arrivare ad uno sbilancio, nel 2020, di ben 750 mila euro. A determinare questi risultati la drastica diminuzione dei volumi dei servizi postali tradizionali (lettere e raccomandate) che sono stati soppiantati dalle nuove tecnologie, (mail e posta certificata), e la non attuazione del progetto industriale iniziale che prevedeva la possibilità di fare ricavi attraverso i servizi finanziari, che a nostro avviso è bene non si sia portato avanti, vista la mancanza di competenze specifiche in materia, che avrebbe potuto produrre un ulteriore dissesto a carico dello Stato. Alla luce di questi risultati si è ritenuto prioritario mettere mano ad una emorragia di denaro pubblico che nessun governo prima aveva ritenuto di fermare. Per questo si sono svolti tanti incontri in questi 2 anni di legislatura, riguardo al destino di Poste Spa, valutando anche il progetto di Legge che prevedeva la re-internalizzazione di Poste nella PA che però non ha mai trovato una unanimità di intenti in maggioranza. Alla fine la posizione comune di maggioranza e Governo è stata espressa in una nuova governance, in un nuovo piano industriale di rilancio che, indipendentemente dalla formula giuridica di Poste (quella attuale Spa, ritorno in Pa o costituzione di un Ente), perseguisse l’obiettivo di salvaguardare l’azienda e soprattutto i lavoratori. L'arrivo del nuovo Direttore ha prodotto la stesura di un piano industriale con l'obiettivo chiaro di ridurre le perdite di bilancio con l’ottica di contenere i costi e delineare ipotesi di intervento per incrementare i ricavi. RETE ha ritenuto valida la proposta di accorpamento con l’Ufficio Filatelico, che ancor oggi ha potenzialità di ricavi enormi non sfruttate, con l’obiettivo di riorganizzare il servizio collegandolo a un ambito attinente. Abbiamo ribadito con chiarezza che la società Poste Spa dovrà rimanere al 100% in capo all’Ecc.ma Camera, salvaguardando l’azienda, gli utili che farà l’azienda risanata ed i posti di lavoro che sono, per la parte maggioritaria, lavoratori del settore pubblico in organico. Per questo RETE ha ritenuto importante escludere la possibilità di vendere le azioni della SpA a privati, sia interni che esterni alla Repubblica, così come è stata esclusa la possibilità di fare attività bancaria, considerata controproducente rispetto ad un settore che versa già in notevole difficoltà. Si ritiene quindi fondamentale la proposta di ristrutturazione di Poste, proprio in virtù dei cambiamenti futuri e dell’evoluzione dei servizi postali, attraverso lo sviluppo del mercato dei pacchi e dell’ecommerce. Ed è per questo che RETE si augura che la nuova Direzione di Poste SpA possa dar seguito a quel risanamento necessario per far sì che la stessa Poste SpA diventi un modello sano e virtuoso nella gestione, mettendo la parola fine alle perdite che sono costate, nel corso degli anni, milioni di euro alla collettività.
Cs Movimento RETE