Movimento Ristoratori Emilia-Romagna: ripartire con l’impegno, l’aiuto e le idee di tutti. Già oltre 500 le adesioni
Tanta voglia di ripartire e ventitrè punti per creare le condizioni economiche ed operative affinché l’apertura dei ristoranti sia meno in salita. Questo in sintesi il messaggio, decisamente pragmatico, che arriva dal movimento Ristoratori Emilia-Romagna. Un gruppo nato in modo spontaneo solo poche settimane fa e che oggi può contare sull’adesione e sostegno di oltre trecento realtà, singoli ristoratori e Gruppi già organizzati a livello provinciale, come Parma Quality, OstiNati, Consorzio Modena a Tavola, Ristoratori Responsabili di Reggio-Emilia, TOur-Tlen di Bologna e Rinascita Pubblici Esercizi e Ristoratori Romagna. L’obiettivo è semplice, mettere in rete passione e competenze e farne sintesi, per dare il proprio contributo ai soggetti decisori, nazionali, regionali e locali, affinché possano attingere suggerimenti e valutazioni da chi vedrà ricadere sulla propria pelle le decisioni assunte a livello politico e amministrativo. Il primo risultato è un vero e proprio manifesto che riassume una serie di richieste e proposte, volte ad evitare che molti, troppi ristoratori possano essere schiantati dal peso conseguente al prolungato blocco delle attività, oltre ad introdurre ed indicare alcune azioni da adottare per rendere operativa e sicura la riapertura. Ventitrè punti, suddivisi in tre blocchi, che affrontano le diverse problematiche che l’emergenza COVID-19 ha creato nell’intero settore. Si apre con le misure ritenute vitali ed urgenti come la sospensione di leasing e mutui fino al 31.12.2020 e recupero delle mensilità congelate in coda al periodo previsto dalla relativa misura, la proroga della cassa integrazione straordinaria fino al 31.12.2020 per il personale in forza al 23.02.2020 e la richiesta di ottenere un credito d'imposta al 60% dei canoni di locazione riconosciuto al proprietario degli immobili commerciali fino al 31.12.2020 con il rimanente 40% a carico del locatore e misura semplificata (cedolare secca). E si prosegue con indicazioni che riguardano interventi che possono essere adottati dalle amministrazioni locali. In questo caso l’attenzione si concentra, tra l’altro, sulla cancellazione, per l'anno 2020, delle imposte locali (ad esempio TARI, IMU, tasse d'affissione, occupazione suolo pubblico) e tariffario ridotto del 50% per i primi 6 mesi del 2021, detrazioni d'imposta per chi fa turismo in Emilia-Romagna, allungamento degli orari di apertura delle attività almeno nel week end. “Il nostro è un movimento spontaneo, trasversale, totalmente sganciato da correnti di tipo politico. Stiamo agendo su due fronti: da un lato stiamo operando per allargare il numero di consensi e di adesioni al manifesto, dall’altro ci stiamo proponendo agli interlocutori politici per costruire insieme, nel rispetto dei ruoli e della sicurezza sanitaria, percorsi sostenibili per la ripresa dell’attività” spiega Federico Riccò, che in questi giorni ha assunto il compito di portavoce del Gruppo Ristoratori Emilia-Romagna. “In entrambi i casi i riscontri sono positivi. Le adesioni sono in costante crescita e stanno arrivando, oltre che da ristoratori, anche da aziende e Consorzi della filiera in cui noi siamo inseriti. Non mancano anche i sostegni a livello nazionale, a partire dalla prestigiosa Associazione “Gli Ambasciatori del Gusto”. Dall’altro abbiamo già in calendario una video conferenza con i rappresentanti della Regione che saranno guidati dall’Assessore al Turismo e al Commercio Andrea Corsini e dal Sottosegretario Davide Baruffi. Siamo molto contenti dell’attenzione riservataci, ora vediamo cosa emerge” conclude Federico Riccò. In parallelo azioni analoghe di sensibilizzazione verso gli amministratori pubblici sono state messe in cantiere a livello provinciale a partire da Parma, Reggio-Emilia, Modena e Bologna, le quattro province nelle quali l’adesione è stata per ora più elevata.