Oh se gli uomini fossero Cristiani!
«L’annuncio della verità è un servizio che la Chiesa offre alla società, aprendo nuovi orizzonti di futuro, di grandezza e dignità»: queste parole di Papa Benedetto in Portogallo rivestono oggi un’importanza decisiva nel contesto drammatico in cui stiamo vivendo. Sembra che se da un lato stia finendo un’epoca storica e culturale che non pare avere più consistenti ragioni da offrire alle nuove generazioni, dall’altro questa nascita che tutti auspichiamo (quel «cambiamento d’epoca» da tanti preannunciato, con timore o speranza) è ancora orfana di autentici riferimenti. In questo contesto personalmente non credo che la spinta propulsiva del cristianesimo si sia arrestata. Anzi, sembra sempre più l’unica ragione adeguata per continuare il cammino della umanità. E se sono forti i contrasti e le opposizioni, in nome di una libertà assoluta e di una autonomia gelosamente riaffermata, nondimeno i fattori fondamentali e creativi sono tutti presenti nel cristianesimo storicamente esistente. Lo ricordava con commozione Pasternak: «Torniamo al nostro discorso. Dicevo che bisogna essere fedeli a Cristo. Mi spiego meglio. Voi non capite che si può essere atei, si può non sapere se Dio esista e per che cosa, e nello stesso tempo sapere che l’uomo non vive nella natura, ma nella storia, e che, nella concezione che oggi se ne ha, essa è stata fondata da Cristo, e che il Vangelo ne è fondamento. Ma che cos’è la storia? È un dar principio a lavori secolari per riuscire a poco a poco a risolvere il mistero della morte e a vincerla un giorno. Per questo si scoprono l’infinito matematico e le onde elettromagnetiche, per questo si scrivono sinfonie, ma non si può progredire in tale direzione senza una certa spinta. Per scoperte del genere occorre una attrezzatura spirituale, e in questo senso, i dati sono già tutti nel Vangelo». Fa impressione leggere – come mi è capitato di incontrare nell’ultima biografia di Papa Benedetto scritta da P. Seewald – questa affermazione: «La vera minaccia per la Chiesa … viene … dalla dittatura universale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddire le quali comporta l’esclusione dal consenso di base della società. Cento anni fa chiunque avrebbe ritenuto assurdo parlare di matrimonio omosessuale. Oggi coloro che vi si oppongono sono socialmente scomunicati. Lo stesso vale per l’aborto e la produzione di esseri umani in laboratorio. La società moderna intende formulare un credo anticristiano: chi lo contesta viene punito con la scomunica sociale. Avere paura di questo potere spirituale dell’Anticristo è fin troppo naturale…». Fa impressione come sgomenta il vedere l’esultanza di chi applaude l’approvazione della legge sull’aborto in Argentina, o l’insistenza con cui si vorrebbe una legge analoga per San Marino, o lo scandalo per chi afferma che la RU486 è mortale per le donne (senza rendersi conto che un «medicinale» che, come risultato, uccide la creatura nel grembo della mamma, si fa fatica a non ritenerlo un «veleno» - suvvia, basterebbe un poco di ragione che spazzi via l’ideologia che ottenebra le menti). Continuando con le affermazioni di Ratzinger, mi ha colpito questo pensiero: «L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo…» Che cosa potrà mai cambiare questo processo che sembra sempre arretrare senza che si pensi di terminarlo, che sembra avere tanti seguaci e promoters soprattutto tra i giovani benestanti e rampanti? Perché sembra che la via della menzogna e del cinismo sia inarrestabile, ovvia, «moderna»? Non sarà necessario che il fuoco portato da Cristo ritorni a infiammare il cuore e le braccia degli uomini di oggi, rese allora capaci di creare quella civiltà della verità e dell’amore che s. Giovanni Paolo II ha indicato al mondo di oggi, e che il cinquantenario della presenza di Comunione e Liberazione a San Marino ci ha riproposto risvegliando entusiasmo e commozione? P.S. per finire, in compagnia con Petr Iljic Ciajkovskij: «Oh se gli uomini fossero Cristiani, non soltanto di nome bensì nella concretezza dei fatti! Se tutti fossero compenetrati delle semplici verità della dottrina cristiana! Questo, purtroppo, non sarà mai, perché altrimenti il regno dei cieli sarebbe vicino. Tuttavia, sembra che siamo al mondo soltanto per combattere senza tregua contro i malvagi, inseguire l’ideale, lottare per la verità e non mai raggiunger la meta… Comincio ad amare Iddio, - ciò che finora non mi era possibile. Ho ancora molti dubbi e non smetto di far tentativi per arrivare a comprendere l’impenetrabile coi mezzi della mia debole ragione. Tuttavia la voce della verità divina si fa sentire sempre più forte. Che indescrivibile consolazione inchinarsi alla saggezza di Dio!»
Don Gabriele Mangiarotti