Perché non c’è soltanto il tema di uscire dal tunnel della violenza e di avere la possibilità di intraprendere dei percorsi di aiuto all’interno della rete di protezione dedicata, ma c’è anche tutto l’aspetto del dopo, di ricostruzione graduale della propria autonomia. È su questo punto, su questo passaggio, che si basano le risorse regionali a cui la Giunta del Comune di Rimini ha dato il via libera nei giorni scorsi, ovvero delle assegnazioni e concessioni di finanziamenti rivolti agli enti locali per il sostegno abitativo e per i percorsi di fuoriuscita dalla violenza di genere. Si tratta di un pacchetto di oltre 20 mila euro a favore di diversi interventi rivolti alle donne che hanno subito violenza e maltrattamenti dal proprio partner e che devono riappropriarsi della loro vita a partire dalla quotidianità, lontane da quelle dinamiche violente che per lungo tempo le hanno ingabbiate.I beneficiari, come riporta la delibera, sono “le donne e i loro figli vittime di violenza, inserite in un progetto personalizzato di fuoriuscita dalla violenza, redatto con la donna dagli gli Enti Locali e Centri antiviolenza iscritti all’elenco regionale dei centri antiviolenza e delle loro dotazioni di cui alla D.G.R. 586/2018”. Le risorse vengono erogate sotto forma di sussidi agli utenti dello Sportello sociale professionale. “Con il parere favorevole alla distribuzione di queste risorse, come Comune di Rimini veniamo incontro con concretezza a quelle donne che devono riprendere in mano la propria vita, e che, per farlo, hanno bisogno di un supporto materiale da parte dell’apparato pubblico, come, ad esempio, i contributo per l’affitto – è il commento dell’amministrazione comunale - Quando ci si trova immerse in dinamiche di soprusi e vessazioni, fisiche ma anche psicologiche, i passaggi per uscirne sono molteplici, ognuno dei quali delicato e diverso dall’altro in base alle esigenze e sensibilità manifestate dalle stesse donne coinvolte. Purtroppo, anche di recente siamo stati testimoni di tragici episodi femminicidio, che hanno sconvolto la nostra comunità. Questi rappresentano l’ennesima testimonianza di un’emergenza sociale e culturale che va affrontata con fermezza e determinazione, con tutti gli strumenti che un ente, insieme agli altri soggetti coinvolti, dallo Stato ai centri antiviolenza, può mettere in campo per arginare la violenza domestica, un dramma che affligge più famiglie di quelle che si immaginano. Problemi troppo spesso taciuti, nascosti, il più delle volte per paura di denunciare, per timore di perdere la tutela sui propri figli o per l’incognita delle condizioni di sussistenza. Come comune ci siamo dotati di una rete di protezione diffusa e capillare, dove le madri con figli, così come le donne in generale, possano essere ospitate e ascoltate, affinché riescano gradualmente a liberarsi da meccanismi violenti che spesso sfociano in vere e proprie tragedie. Le vittime di violenza devono essere consapevoli che non sono sole, ma c’è un’intera rete di professioniste e professionisti, e di forze dell’ordine. A queste si unisce, è bene ricordarlo, anche una comunità che nel tempo si è fortemente sensibilizzata nel nostro territorio e che è pronta a dare loro sostegno”.
Cs L'ufficio stampa