La creatività terminologica sul debito estero è sorprendente: da un iniziale debito estero di 500 milioni, abbiamo notizie di un possibile debito sul mercato finanziario, J Morgan, di 300 milioni, fino ad arrivare al debito Delaware, a targa Cargill, di 150 milioni. Questa è la decisa e spregiudicata strategia governativa sul debito estero, di cui la pubblica opinione sa poco e nel contempo i pochi giornali che forniscono informazioni e commenti hanno scarso gradimento.
Molti di noi sono molto sorpresi rispetto al facile convincimento che è stato portato avanti nel privilegiare il debito estero, da quasi tutte le forze politiche e sociali; sarebbe interessante capire chi è stato il promotore di questa linea economica o quale consulente abbia suggerito questa via. Più interessante sarebbe capire quali sono le basi del pensiero, della strategia e dell’azione politica rispetto alla sostenibilità del debito, cioè come si potranno pagare gli interessi e come si potrà restituire il debito.
Rinegoziare il debito
Al momento attuale si capisce che a breve periodo è privilegiata la strategia della rinegoziazione del debito “Delaware”, ma non è chiara quale sia la strategia a medio e lungo periodo, cioè con quali risorse finanziarie si potranno pagare gli interessi e le quote del debito stesso, in presenza di un attuale deficit di bilancio superiore ai 50 milioni di euro, valore superiore anche al presunto deficit strutturale di 30 milioni di euro. Da considerare che se il prestatore è uno straniero, il flusso finanziario fuoriuscirà dal sistema economico. Su questi temi in mancanza di informazioni, dobbiamo sopperire con la logica.
Supporto della logica
Se si chiede un prestito, la razionalità suggerisce che devi predisporre la politica economica e di bilancio in modo che produca nuova ricchezza, cioè si dovrebbe far crescere il Prodotto Interno Lordo, cioè il PIL. Ma anche su questo versante c’è carenza di informazioni, Tant’è che da fonte sovietica, tramite “Sputniknews”è stato dato il suggerimento alla classe politica sammarinese di “elaborare un Master Plan a breve, medio e lungo periodo di crescita economica e sociale con l’attiva partecipazione di tutti i suoi principali stockholders”. La conseguenza logica è che se non si punta o si è in ritardo sulla crescita del PIL, cioè la politica per creare nuova ricchezza, la soluzione possibile a breve e medio periodo è quella di utilizzare e di mettere a disposizione il capitale esistente, cioè il capitale pubblico e privato accumulato. Significa mettere a disposizione degli investitori e prestatori, direttamente o indirettamente, il territorio e il patrimonio pubblico e privato (nell’accezione di territorio, immobili, macchinari, infrastrutture, brevetti, attivi finanziari, conti correnti, azioni, obbligazioni, quote di società, contratti di assicurazione, fondi pensione e altro).
Bando internazionale e garanzie
L’impiego di questo capitale pubblico o ricchezza esistente, è già stato attenzionato dai decisori politici: un esempio è il bando internazionale del 28 settembre 2020 relativo a “proposte di investimento in infrastrutture pubbliche strategiche…” In sintesi si mette a disposizione, degli investitori o prestatori il territorio e il patrimonio pubblico. Lo stesso “Sputniknews”dice “il settore pubblico della Repubblica di San Marino è il più grande proprietario immobiliare del paese”. Nello stesso tempo non sono chiare quali garanzie possono essere concesse a prestatori di debito estero a scadenza annuale.
In questo scenario di massima riservatezza viene spontanea la domanda: la nostra Banca Centrale ha il compito della politica monetaria, anche se non ha potere di emettere moneta cartacea? Quale sono le informazioni istituzionali, che vengono date, sulla sua azione in tale direzione?
Difesa degli interessi nazionali
Lo situazione di massima riservatezza pone anche la ulteriore domanda: chi difende gli interessi nazionali? Ci sono meccanismi per introdurre forme di salvaguardia della statualità e della sua integrità? L’ordinamento giuridico inglese ci fornisce una possibile soluzione: il territorio inglese e Gallese non viene ceduto agli stranieri, il territorio inglese resta della Corona. (vige l’istituto del Leasehold Estate, cioè può essere ceduto il diritto reale sull’immobile non sulla superficie in cui è edificato).
Chiediamo di conseguenza che venga introdotto nell’ordinamento giuridico sammarinese il divieto di cessione dei terreni, come è sempre stato, e delle superfici su cui sono o possono essere edificati immobili, sia per le persone fisiche o le persone giuridiche straniere. I diritti reali della superficie devono rimanere all’Eccellentissima Camera o ai cittadini sammarinesi.
Questo rappresenta solo un piccolo passo per la tutela della statualità e dell’integrità di una piccola Repubblica.
Comunicato stampa
Orietta Ceccoli e Fausta Morganti