Il tempo scorre inesorabile. Ormai siamo giunti alla metà di questo 2021 ed ancora San Marino non ha messo in campo il programma di interventi indispensabili per mettere in sicurezza i conti pubblici, risollevare l’economia e garantire il pagamento dei debiti. Non c’è più tempo! Di questo passo, infatti, nel 2021 ci aspettiamo la chiusura di non poche aziende perché se nel 2020 si è potuto contare sulla liquidità prodotta nel 2019, quest’anno abbiamo alle spalle perdite importanti, di fatturato e non solo. Solo il settore turistico commerciale ha perso dal 35% al 90%. Da parte delle Istituzioni serve al più presto un piano concreto e scadenzato di interventi a sostegno della ripresa economica. Necessario l’aiuto alle imprese, con interventi a fondo perduto, agevolazioni fiscali e un mercato del lavoro meno costoso e più flessibile. Investire nella ripresa economica rappresenta un investimento nell’interesse esclusivo del paese, visto che in mancanza delle imprese ed in generale dell’iniziativa privata non si creano posti di lavoro e conseguentemente entrate erariali per sostenere la macchina pubblica ivi compresa la struttura sanitaria. L’altro nodo fondamentale è quello delle riforme. Il nostro impianto normativo era obsoleto e non più competitivo prima del Covid; oggi possiamo affermare che è cambiato il mondo e San Marino deve necessariamente stare al passo con i tempi. È una necessità assolutamente impellente. Necessarie quindi la riforma del sistema pensionistico, l’eliminazione di una burocrazia estremamente pesante e costosa per le imprese, la parificazione delle condizioni normative ed economiche del pubblico al privato a partire dall’orario di lavoro. Infine, serve un piano globale di investimenti pubblici, sull’onda di quello che sta facendo l’Europa. E qui San Marino deve impiegare bene le disponibilità finanziarie reperite tramite il debito internazionale. È il famoso “debito buono”, per usare un’espressione che Mario Draghi ha usato a pochi chilometri da qui la scorsa estate, ovvero quello che viene usato per fare investimenti e creare reddito. Altrimenti al debito pregresso si somma altro debito. E prima o dopo i debiti vanno pagati. Occorre remare tutti dalla stessa parte perché al di là delle posizioni e sensibilità diverse, il tema dell’interesse dello Stato vale per tutti. Se non favoriamo l’investimento di nuovi imprenditori e non difendiamo le aziende esistenti, rischiamo concretamente la desertificazione economica con imprese che si trasferiscono all’estero, in primis in Italia.
Osla