OSLA, USC e USOT unite nella sigla I.U.S. (Imprenditori Uniti Sammarinesi) esprimono forte preoccupazione per il progetto d’introduzione del sistema I.V.A.- IGC nella Repubblica di San Marino. L’eventuale passaggio dal sistema Monofase al sistema IVA - IGC, infatti, cambierebbe di molto la situazione attuale, non essendo assolutamente neutro per le imprese del settore commercio, artigianato, turismo e servizi.
L’introduzione di un’imposta indiretta plurifase come l’IVA - IGC determina inevitabilmente un aumento dell’imposizione fiscale complessiva. In pratica in occasione di ogni vendita di beni e servizi, si applica un’imposta, a differenza della monofase che è applicata per una sola volta al valore delle merci nel momento che sono importate in territorio Sammarinese.
Viene detto agli imprenditori del commercio, turismo, artigianato e dei servizi, di non preoccuparsi perché tanto l’imposta viene “recuperata” scaricandola sugli acquirenti e in ultima istanza sui consumatori.
Purtroppo recuperare l’imposta IVA-IGC che agisce in maniera progressiva, quindi più incidente rispetto all’imposta Monofase e all’attuale Imposta sui Servizi, significa dovere scegliere se aumentare i prezzi o diminuire i margini di ricavo.
Le conseguenze saranno aziende fuori mercato perché meno competitive rispetto all’Italia, probabili chiusure, meno gettito fiscale per le imposte dirette, diminuzione dell’occupazione, meno contributi al sistema sanitario e pensionistico, meno attrattiva per il rilancio del nostro sistema economico che vede nel settore commercio, turismo e servizi il fulcro strategico per il futuro del Paese. Le rassicurazioni che con l’introduzione del sistema IVA-IGC “inizialmente” e “in via transitoria” si cercherà di non mettere in difficoltà le aziende del settore commercio, turismo e servizi sono ben poco rassicurante poiché conferma che quando il sistema sarà a regime gli effetti saranno pesanti.
L’aumento della pressione fiscale tramite l’introduzione dell’IVA-IGC, in quanto imposta indiretta, colpirà indiscriminatamente tutti i consumatori e in particolare quelli a reddito medio basso. Infatti non tiene conto del reddito e quindi penalizza molto di più chi destina gran parte della propria capacità di spesa ai consumi essenziali della famiglia. Meno soldi nelle tasche dei cittadini, meno capacità di spesa, effetto depressivo sull’economia in generale.
Con l’introduzione dell’IVA-IGC ci sarà più burocrazia rispetto al sistema monofase. Dovranno esserci controlli su ogni singola transazione di vendita di beni e servizi. Anche il nostro Stato vorrà, probabilmente, prevedere un nuovo organism similare alla Guardia di finanza e più personale per gestire la mole di burocrazia implicita a una scelta di questo tipo. L’IVA-IGC è, comunque, l’imposta più evasa a livello europeo, soprattutto in Italia, e introdurla nel nostro Paese rischia di vederla pagata dagli imprenditori onesti e diligenti lasciando ampio spazio all’azione degli evasori. Nessuno, a differenza di quello che qualche esponente politico dichiara, ci obbliga ad adottare l’IVA, tanto meno l’Unione Europea con la quale abbiamo in corso una trattativa per addivenire a un accordo di associazione che permetta al nostro microstato di mantenere la propria identità e non essere schiacciato da realtà economiche ben più grandi.
OSLA, USC e USOT pretendono da tempo delle risposte e delle proiezioni, tra l’altro già promesse, ma mai ricevute, sull’impatto che una tale riforma può avere sull’attuale sistema economico sammarinese e pertanto fino a quando non si potrà disporre di un progetto preciso, chiaro e trasparente si chiede la sospensione di tale iniziativa legislativa.
U.S.C. O.S.L.A. U.S.O.T.
L’introduzione di un’imposta indiretta plurifase come l’IVA - IGC determina inevitabilmente un aumento dell’imposizione fiscale complessiva. In pratica in occasione di ogni vendita di beni e servizi, si applica un’imposta, a differenza della monofase che è applicata per una sola volta al valore delle merci nel momento che sono importate in territorio Sammarinese.
Viene detto agli imprenditori del commercio, turismo, artigianato e dei servizi, di non preoccuparsi perché tanto l’imposta viene “recuperata” scaricandola sugli acquirenti e in ultima istanza sui consumatori.
Purtroppo recuperare l’imposta IVA-IGC che agisce in maniera progressiva, quindi più incidente rispetto all’imposta Monofase e all’attuale Imposta sui Servizi, significa dovere scegliere se aumentare i prezzi o diminuire i margini di ricavo.
Le conseguenze saranno aziende fuori mercato perché meno competitive rispetto all’Italia, probabili chiusure, meno gettito fiscale per le imposte dirette, diminuzione dell’occupazione, meno contributi al sistema sanitario e pensionistico, meno attrattiva per il rilancio del nostro sistema economico che vede nel settore commercio, turismo e servizi il fulcro strategico per il futuro del Paese. Le rassicurazioni che con l’introduzione del sistema IVA-IGC “inizialmente” e “in via transitoria” si cercherà di non mettere in difficoltà le aziende del settore commercio, turismo e servizi sono ben poco rassicurante poiché conferma che quando il sistema sarà a regime gli effetti saranno pesanti.
L’aumento della pressione fiscale tramite l’introduzione dell’IVA-IGC, in quanto imposta indiretta, colpirà indiscriminatamente tutti i consumatori e in particolare quelli a reddito medio basso. Infatti non tiene conto del reddito e quindi penalizza molto di più chi destina gran parte della propria capacità di spesa ai consumi essenziali della famiglia. Meno soldi nelle tasche dei cittadini, meno capacità di spesa, effetto depressivo sull’economia in generale.
Con l’introduzione dell’IVA-IGC ci sarà più burocrazia rispetto al sistema monofase. Dovranno esserci controlli su ogni singola transazione di vendita di beni e servizi. Anche il nostro Stato vorrà, probabilmente, prevedere un nuovo organism similare alla Guardia di finanza e più personale per gestire la mole di burocrazia implicita a una scelta di questo tipo. L’IVA-IGC è, comunque, l’imposta più evasa a livello europeo, soprattutto in Italia, e introdurla nel nostro Paese rischia di vederla pagata dagli imprenditori onesti e diligenti lasciando ampio spazio all’azione degli evasori. Nessuno, a differenza di quello che qualche esponente politico dichiara, ci obbliga ad adottare l’IVA, tanto meno l’Unione Europea con la quale abbiamo in corso una trattativa per addivenire a un accordo di associazione che permetta al nostro microstato di mantenere la propria identità e non essere schiacciato da realtà economiche ben più grandi.
OSLA, USC e USOT pretendono da tempo delle risposte e delle proiezioni, tra l’altro già promesse, ma mai ricevute, sull’impatto che una tale riforma può avere sull’attuale sistema economico sammarinese e pertanto fino a quando non si potrà disporre di un progetto preciso, chiaro e trasparente si chiede la sospensione di tale iniziativa legislativa.
U.S.C. O.S.L.A. U.S.O.T.
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