Pdcs. “Operazione verità” o “Operazione terrorismo”
Dispiace constatare che, stringi-stringi, ci si sia limitati a riportare alcuni dati che avevano accompagnato la presentazione del bilancio previsionale, confondendo, tra l’altro, i flussi finanziari con i risultati economici, senza “illuminarci” sugli interventi per far fronte a crisi di liquidità, che ciclicamente si manifestano soprattutto in determinati periodi dell’anno, come è a tutti noto.
La Democrazia Cristiana non può che essere favorevole alla massima informativa possibile sullo stato dei conti pubblici e, se il Governo sarà più bravo di quanto siamo stati noi capaci a farlo, riceverà il nostro plauso.
La gestione della finanza pubblica si è sempre basata, negli ultimi anni, su dati trasparenti, certificati dal FMI e dagli organismi di controllo ed è scorretto alimentare il sospetto che solo oggi si abbia conoscenza di questa verità.
Ma, soprattutto, ciò che non si comprende e che preoccupa di più, è il clima di paura e di apprensione che si sta generando, diffondendo una percezione errata dello stato generale della finanza pubblica, certo non roseo e ricco di elementi di attenzione, ma sicuramente non prossimo al collasso.
E’ pertanto assolutamente fuorviante definire la serata pubblica una “operazione di verità” o, come alcuni compiacenti organi di informazione l’hanno definita, “l’apertura del vaso di pandora”.
Questo atteggiamento favorisce solo tensione sociale, allarmismo e sfiducia, e può avere ripercussioni gravi anche sul piano economico.
Che non sia che si vuole dipingere un quadro assolutamente catastrofico così che, se poi il Governo farà anche solo il minimo sindacale, potrà archiviare qualche apparente successo?
Oppure, che non sia il primo passo verso l'indebitamento dello Stato con organismi internazionali?