Pensioni integrate al minimo ed edilizia sovvenzionata: un'analisi dei criteri

Pensioni integrate al minimo ed edilizia sovvenzionata: un'analisi dei criteri.

Anche su questi interventi l’attuale normativa è basata su dati che non dimostrano l’effettivo stato di necessità. Dalla disamina della normativa relativa alle pensioni di reversibilità emerge a sua volta qualche dubbio sulla equità del provvedimento.

In occasione del dibattito pubblico del 14 novembre, nella parte dedicata all'ICEE, il Segretario Generale CSdL Enzo Merlini ha commentato anche altri dati relativi al sistema previdenziale ed all’edilizia sovvenzionata. Si tratta di sostegni al reddito che, a loro volta, sono iniqui, stando alla legislazione attuale. Per quanto concerne il sistema previdenziale, sono state analizzate le pensioni integrate al minimo per le quali indirettamente interviene il bilancio dello Stato. Infatti, materialmente l’importo è a carico del Fondo Pensioni; poiché le uscite sono maggiori delle entrate, la fiscalità generale si fa carico della copertura del disavanzo, che peraltro è destinato a crescere nel tempo. L'importo annuo stimato delle integrazioni al minimo è di circa 4 milioni. Per beneficiare di questa misura occorre avere almeno 20 anni di contributi ed i requisiti anagrafici per la pensione. Dal 2021 l’età pensionabile è fissata a 66 anni. Se l’importo della pensione maturata in base alla carriera lavorativa è inferiore al minimo pensionistico, che nel 2024 è pari a 1.143 euro mensili, la differenza viene integrata dal Fondo Pensioni. Vengono dedotti da questa differenza eventuali altri redditi personali, aggiuntivi rispetto alla pensione. Così come nel caso delle pensioni sociali, quindi, si ha diritto al medesimo importo anche in presenza, all’interno del proprio nucleo familiare, di redditi elevati e/o patrimoni milionari. Al febbraio 2023, le integrazioni con importo fino a 200 euro mensili sono state corrisposte a 327 persone, tra 200 e 500 euro mensili a 398 persone, oltre 500 euro mensili a 259 persone. Anche in questo caso, si tratta prevalentemente di donne. Per quanto concerne l’edilizia sovvenzionata, lo Stato rimborsa agli aventi diritto in base al reddito famigliare una quota - aumentata recentemente - degli interessi pagati sul mutuo prima casa. Nel 2022 i beneficiari erano 284 per un importo tale di circa 530.000 euro, mentre nel 2024 sono saliti a 394, per una somma complessiva di circa 814.000 euro. Questa crescita significativa è dovuta prevalentemente all'aumento dei tassi di interesse ed all'incremento della percentuale di contributo dello Stato. Come ampiamente dimostrato dai dati pubblicati qualche mese fa, non tutti i redditi possono essere considerati effettivi, per cui occorre ampliare i parametri, come l’ICEE si prefigge. Discorso a parte merita la pensione di reversibilità, ovvero la quota che, in caso di decesso del titolare dell’assegno previdenziale, spetta ai superstiti, che non devono essere occupati. Prevalentemente si tratta dei coniugi, ma non sono infrequenti le situazioni in cui sono presenti figli non in età da lavoro. Si tratta di una norma assolutamente condivisile; i criteri di conversione sono però tutt’altro che oggettivi. La percentuale della pensione di reversibilità va da un minimo del 65% ad un massimo del 100%, in base al numero dei familiari aventi diritto. Tale percentuale viene però ridotta sulla base di scaglioni che tengono conto dell’eventuale presenza di redditi percepiti dai superstiti. Viene comunque assicurata l’integrazione al trattamento minimo, ovvero 1.143 euro mensili. Nel 2023 l'importo complessivo erogato per le pensioni di reversibilità è stato di 17,7 milioni, pari all’8% dell’intera spesa previdenziale a carico dei Fondi Pensione. L’incidenza è quindi di tutto rilievo. Anche in questo caso, i beneficiari sono prevalentemente donne; ciò è evidentemente dovuto alla maggiore speranza di vita. Le famiglie che subiscono un lutto sono accomunate dalle conseguenze sul piano affettivo ma non altrettanto su quello economico. Con tutta probabilità, ci saranno situazioni in cui la legge attuale non assicura il minimo indispensabile per tirare avanti dignitosamente. Abbiamo svolto questo lavoro di analisi, che può essere visonato sul sito della CSdL, perché riteniamo che il nostro Paese debba mettere in atto la solidarietà in maniera più oggettiva possibile. Non ci stancheremo di ribadirlo: è giusto che venga calibrata solo in base al reddito e non anche ai patrimoni posseduti? A nostro avviso no.

CSdL

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