Sul fronte della raccolta dell’umido il nostro Paese registra ancora grandi carenze e scarsa sensibilità. Ogni anno un solo cittadino di questa Repubblica produce, in media, 150 Kg di rifiuto organico ma ne ricicla solamente un decimo. Siamo di gran lunga lontani dagli obiettivi fissati dal pacchetto Europeo per l’Economia Circolare, che fissa al 65% la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2035. Di questi, l’umido costituisce oltre il 40%. Sono tutti gli avanzi dalla preparazione dei cibi o dalle nostre tavole, gli scarti alimentari avariati, i vegetali, la frutta, la verdura, i gusci d'uovo: in pratica tutto quello che proviene dalle nostre cucine o dalle nostre sale da pranzo. Una risorsa importantissima per aumentare la fertilità del terreno e promuovere l’economia circolare: “chiudere il cerchio e nutrire la terra”. Il suolo è un elemento fondamentale per la vita, una risorsa non rinnovabile: occorrono 2000 anni per formare 10 cm di terreno e una corretta raccolta dell’umido consentirebbe di riportare materia organica nel terreno, con conseguenti vantaggi anche sotto il profilo dell’inquinamento. Per questo però si deve evitare il conferimento in discarica e aumentare la raccolta, utilizzando il più possibile i numerosi contenitori dedicati, sparsi nelle tante isole ecologiche del territorio. Ognuno di noi è parte attiva in questo processo. Il rifiuto organico raccolto, trattato nell’impianto di compostaggio di San Giovanni, diventerà fertilizzante biologico da utilizzare nei propri orti o giardini, e messo gratuitamente a disposizione di chi ne faccia richiesta. In queste festività, caratterizzate da pranzi e cenoni, un semplice gesto può contribuire a migliorare l’ambiente e la qualità della vita.