Pesaro: le mura pericolanti con rischio di crollo alla pieve di Candelara

Pesaro: le mura pericolanti con rischio di crollo alla pieve di Candelara.
E’ un appello inascoltato, dagli amministratori comunali e locali, quello che Fofo, candelarese doc, sta lanciando da diverso tempo anche con un cartello appoggiato alle antiche mura della Pieve di santo Stefano risalente ai secoli VI-VIII. “Le mura dell’antica Pieve, la chiesa più importante dell’Arcidiocesi di Pesaro, sono pericolanti. Spero che gli amministratori locali e gli abitanti di Candelara, possano intervenire al più presto, per evitare un crollo, che visto l’indifferenza e l’incuria, sembra imminente.’’ Con queste parole Fofo, ex vigile urbano di Pesaro, denuncia una situazione che ritiene assurda e dannosa per il patrimonio ecclesiastico e religioso. “Non ho avuto alcun contatto con la Sovrintendenza, ne si preoccupa il parroco di Candelara, don Giampiero Cernuschi, che si è messo in una posizione di attesa o meglio di stallo, evitando giudizi e commenti. Ma come è possibile che un fatto di questa portata, passi nell’indifferenza generale, della politica e dei cittadini? ‘’ Le mura sono state tramsennate, ma i lavori di ripristino non hanno avuto alcun segnale. Ma veniamo alle vicende storiche della pieve. Candelara è un castello antichissimo, indicato fin dal 1209. In esso , dopo la sconfitta di Legnano (1176), fu ospitato e tenuto nascosto dal Vescovo di Pesaro, l’imperatore Federico Barbarossa. E’ citato in un documento, del 1283, dell’Archivio Vaticano, tra i castelli citra Foliam. La chiesa parrocchiale intitolata a santo Stefano, fu un’antica pieve ed è menzionata nelle Rationes Decimarum degli anni 1290-92, nella visita apostolica del Ragazzoni e nelle visite pastorli (1574) e nelle visite pastorali di tutti i vescovi diocesani. Nella pieve è conservato un antichissimo quadro raffigurante santo Stefano dipinto su una tavola con l’immagine della Beata Vergine con Bambino, e una pala d’altare con la Vergine Maria del Rosario, su cui vi è una contesa fra coloro che l’attribuiscono al Cantarini e chi la attribuisce al Ridolfi. “I muri esterni della chiesa, sebbene in più tratti ricostruiti, attestano la loro antichità. Ed ora i segni del tempo si fanno sentire e le mura circostanti la Pieve incominciano a sgretolarsi. La chiesa è parrocchiale e fu consacrata dal Vescovo Santorelli il 27 settembre 1535. Il mio è un grido d’allarme rivolto a tutti coloro che amano il proprio patrimonio artistico’’.
Paolo Montanari

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