Petitti a Saviano: nel nostro territorio esistono le sinergie per contrastare la criminalità
Nei momenti di crisi la criminalità organizzata si insinua nelle situazioni di disagio. Il modus operandi è collaudato e con la pandemia in atto, per le organizzazioni malavitose è ancora più facile trovare varchi aperti. E questo, purtroppo, accade ovunque, non solo a Rimini, come ha recentemente denunciato Roberto Saviano nella trasmissione “Che tempo che fa” su Rai Tre. Certo, non ne esce una bella immagine del nostro territorio: lo scrittore ha evidenziato che le mafie, finanziando le aziende in difficoltà sostituendosi allo Stato, hanno preso di mira gli imprenditori riminesi, in particolare quelli del settore turistico. Ma non dimentichiamoci che il nostro territorio, attraverso gli enti e le istituzioni presenti, in questi anni ha affrontato il problema mettendo in campo tutti gli strumenti più opportuni. Ricordo fra tutti il protocollo per la legalità e lo sviluppo del settore turistico-alberghiero sottoscritto nel 2013 dalle associazioni di categoria, i Comuni della provincia e la Prefettura con l’obiettivo di mettere sotto la lente di ingrandimento tutti i passaggi di proprietà delle strutture turistico-ricettive. Protocollo che lo scorso mese di settembre è stato aggiornato ed esteso anche al settore delle discoteche. Nell’ottica di un lavoro sinergico, l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati alle mafie puntano a rafforzare la collaborazione con la prospettiva di sottoscrivere un Protocollo d’intesa per coordinare al meglio la gestione e destinazione dei beni sequestrati o confiscati nel territorio regionale. Ne ho parlato a novembre con il direttore dell’Agenzia, il prefetto Bruno Corda. Ferma restando l’evoluzione della situazione sanitaria, è intenzione organizzare un’iniziativa ad hoc per firmare il Protocollo, in occasione della “Settimana della Legalità”. L’auspicio, è che la Regione Emilia-Romagna possa fare da apripista anche per le altre Regioni. Il Protocollo d’intesa getterà le basi per costruire un lavoro di rete tra enti locali e associazioni e potenziare i sistemi di raccolta dei dati relativi ad assegnazione, destinazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati nel territorio regionale. Il tutto è in coerenza con la legge regionale 18 del 2016 che tra le varie azioni già prevede lo scambio d'informazioni tra soggetti pubblici e privati, al fine di creare un sistema informativo delle aziende sequestrate o confiscate nel territorio, e promuove la costituzione di cooperative di lavoratori finalizzate alla gestione dei beni confiscati. Valorizzare la sinergia tra legalità e partecipazione è il punto di forza di questo progetto. Tutto ciò è reso possibile grazie ad una nuova visione degli amministratori pubblici che, da un lato, non hanno negato il problema esistente, dall'altra, si sono dotati di osservatori locali in grado di valutare in modo competente, completo, sistematico le azioni di prevenzione intraprese. Grazie al testo unico regionale, sul contrasto alla criminalità organizzata, è stato possibile promuovere azioni ed interventi che integrano i diversi strumenti preventivi, a seconda dei differenti problemi da affrontare. Quel che conta per garantire efficacia alle strategie di prevenzione è infatti il mix dei diversi interventi, l'attenzione al territorio e alla sua rigenerazione, il controllo da parte delle forze di polizia, ma anche le misure di prevenzione comunitaria e sociale. I protocolli, gli interventi nelle scuole, la mappatura dei beni confiscati sono l'altra faccia della Riviera, la vera sfida delle nostre città che possono ora dar vita ad un processo stabile in grado di coinvolgere tutti gli attori in maniera consapevole. Nei giorni in cui si ricorda Leonardo Sciascia, va ricordato il suo pensiero: che la lotta alla mafia si fa nel nome del diritto, senza leggi eccezionali, senza stati di assedio e dando ai cittadini quella sicurezza che devono avere.
Emma Petitti