“Piano Nazionale Pluriennale sull’eliminazione della violenza, delle molestie e delle discriminazioni nel mondo del lavoro”: un altro passo in avanti

“Piano Nazionale Pluriennale sull’eliminazione della violenza, delle molestie e delle discriminazioni nel mondo del lavoro”: un altro passo in avanti.

Martedì 19 marzo 2024 è stato aggiunto un ulteriore tassello importante per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso la firma del Piano Nazionale Pluriennale sull’eliminazione della violenza e delle molestie e delle discriminazioni nel mondo del lavoro, compiendo così un altro passo avanti rispetto al percorso tracciato dalla ratifica di due anni fa della Convenzione OIL n.190. È stata una trattativa, a tratti lenta, ma che nell’ultimo periodo ha subito un’accelerazione portando ad un buon risultato condiviso da tutte le parti firmatarie. Per CSdL, CDLS e USL l’obiettivo era quello di avere un documento il cui contenuto andasse oltre alla semplice dichiarazione che le violenze e molestie sui posti di lavoro non sono tollerate, e specificando almeno le principali linee di indirizzo per attuare la Convenzione OIL n.190. Formazione, informazione, prevenzione e protezione sono elementi cardine per contrastare la violenza, le molestie e le discriminazioni nel mondo del lavoro, indicati nel Piano stesso. Viene istituito un Tavolo Tecnico, organo tripartito, con il compito di valutare l’adeguamento normativo necessario per ottemperare alle disposizioni della Convenzione, tenendo conto anche della Raccomandazione OIL n. 206, tra cui:
- specificare i diritti e le responsabilità dei lavoratori e dei datori di lavoro, indicando anche le relative sanzioni non solo per chi commette il fatto ma anche per chi si rende complice dello stesso, non intervenendo per far cessare i comportamenti violenti o molesti;
- definire la sfera dei soggetti che, debitamente informati, abbiano la possibilità di denunciare, anche in assenza di una formale espressa volontà della vittima;
- individuare le modalità di risoluzione delle controversie prevedendo anche procedure intermedie prima del ricorso del tribunale;
- adeguare la normativa sulle sanzioni, valutando l’introduzione di una regolamentazione specifica che preveda precise aggravanti, a fronte di specifiche situazioni;
- introdurre misure adeguate per settori e/o professioni, modalità di lavoro che presentano una maggiore probabilità di esposizione alla violenza e alle molestie, che la Raccomandazione indica quali esempi il lavoro notturno, il lavoro svolto in maniera isolata, il settore sanitario, il settore dei servizi di alloggio e di ristorazione, i servizi sociali, di emergenza, il lavoro domestico, il settore dei trasporti, dell’istruzione o dell’intrattenimento.”
Per le OO.SS. il risultato raggiunto, non scontato, è soddisfacente. Viene sancito che ognuno deve fare la propria parte: istituzioni, datori di lavoro, lavoratori, sindacati e associazioni di categoria. Pertanto, le OO.SS. esprimono un ringraziamento alle Segreterie di Stato coinvolte, al Dott. Gianni Rosas, Direttore Ufficio per l’Italia e San Marino dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro e alle Associazioni di Categoria firmatarie. Tale riferimento si rende necessario in quanto UNAS non ha aderito, adducendo una motivazione a nostro avviso incredibile, ovvero la contrarietà all’introduzione all’interno del Documento di Valutazione dei Rischi di tutti gli strumenti di prevenzione specifici. Tale implementazione del DVR è un adempimento espressamente previsto dalla Convenzione, per cui lo stralcio di questo passaggio avrebbe vanificato gran parte della sua efficacia, in quanto si tratta del punto cardine da cui devono discendere le iniziative di formazione ed informazione dei lavoratori e dei datori di lavoro. La mancata firma di UNAS ci fa pensare ad una sottovalutazione del fenomeno, nonostante alcuni dei settori da essa rappresentati siano tra quelli più esposti al rischio, quali ad esempio professioni che prevedono il contatto diretto tra cliente e lavoratrice/lavoratore.

c.s. CSdL - CDLS - USL

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