A seguito dell’incontro avuto con la Segreteria al Territorio, in merito all’ormai famoso progetto museale elaborato dall’Architetto Tadao Ando, crediamo sia necessaria qualche riflessione. E’ bene specificare che, a quanto riferitoci, il progetto si realizzerà solo se si troveranno finanziamenti privati. L’opera comprenderà anche l’edificio di Cassa di Risparmio, che diventerà di proprietà dello Stato, e il Giardino dei Liburni. E proprio nel giardino e sulla soprastante terrazza di Cassa di Risparmio, immediatamente adiacente alle cisterne del Pianello, dovrebbe andarsi ad inserire l’intervento più impattante, i cui elementi strutturali saranno vetro, acqua e cemento a vista. L'intenzione generale è quella di riuscire ad inserire San Marino in un circuito di centri di esposizione internazionale. Per realizzare questo, il governo pare contare sul nome e sulla rete di contatti della stessa Archistar, dato che finora non è stata data a questo progetto nessuna consistenza progettuale né di contenuti. Dov'è la strategia? Chi dovrebbe "riempire" quest'opera architettonica di contenuti? Quale tipo di esposizioni vogliamo portare? In altre realtà funzionano? A queste domande occorre rispondere, pena il ritrovarsi con l'ennesima cattedrale nel deserto, oltretutto all’interno del nostro Centro Storico patrimonio dell’Umanità. Un'altra riflessione che ci viene da fare è che risulta assolutamente necessario identificare un organismo sammarinese competente per la tutela del sito monumentale di Città, che si possa interfacciare con l’archistar e sia capace di esprimere cosa San Marino vuole ottenere da questa opera faraonica. La valorizzazione dell’area che la Segreteria invoca non può infatti partire da una firma, seppur famosa, ma deve porre le sue radici nella tutela: tutela delle caratteristiche architettoniche, urbanistiche, monumentali e storiche della Città. Il costruito di Zani fa parte della nostra storia ed ogni distacco con segni e materiali così avulsi dal contesto (come cemento, acqua o vetro) deve rispettare in ogni caso il contesto che lo accoglie, così da ottenere una vera armonia capace di valorizzare il passato. Non si può considerare sufficiente, in quest’ottica, che l’architetto si interfacci con qualche membro dello staff di Segreteria. Pur consapevoli della professionalità dell’architetto Tadao Ando, siamo quindi convinti che non si debba lasciare a lui, né tantomeno allo studio Antao, la responsabilità di decisioni strategiche per lo sviluppo di un Centro Storico già ampiamente modificato, in passato. La “rifabbrica della città” di Zani aveva come obiettivo il consolidamento della Città come città-stato. L’attrattività di una firma non correttamente contestualizzata non può evidentemente essere l’unico obiettivo portato a giustificazione del superamento della tutela del sito monumentale. La politica non può permettersi di perseguire risultati effimeri rincorrendo le solite sirene, ma dovrebbe tracciare la rotta, proponendo una visione di futuro che questo Governo non ha finora dimostrato di avere.
Comunicato Stampa
Civico10
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