Al Positive Economy Forum nasce il “Manifesto contro la dittatura del Pil”
Una due giorni importante per individuare azione coerenti al percorso verso una economia positiva. “Fra le tante conclusioni abbiamo voluto riprendere un tema trattato negli anni precedenti che purtroppo non ha ancora avuto attuazione ed è riferito all’indice di positività dell’economia. Per questo motivo, oggi lanciamo le linee guida di un “Manifesto contro la dittatura del PIL”. Un manifesto già sottoscritto oltre che da Letizia Moratti, anche da Jaques Attali, Kerry Kennedy e dal professor Stefano Zamagni, che si fonda su tre punti fermi per il futuro: “Ci piacerebbe che fossero valutati strumenti complementari al PIL nel calcolo del livello di benessere dell’economia nazionale, che venissero inclusi delle attività derivanti dal volontariato all’interno del calcolo del Prodotto interno lordo nazionale, a testimonianza del contributo economico garantito da queste realtà all’economia nazionale. Infine un deciso e aperto contrasto in sede europea da parte delle Istituzioni nazionali al mantenimento dei proventi derivanti da attività illecite nel calcolo del Prodotto interno lordo da parte di Eurostat”.
“Un manifesto che nasce per favorire la diffusione di un capitalismo paziente - come recita lo stesso - da contrapporre al capitalismo di breve periodo che non ha saputo dare tutte le risposte necessarie a fronteggiare una crisi economia e finanziaria globale. Un manifesto che metta al centro un’idea di economia positiva, fatta per il bene e la prosperità delle generazioni future. Economia positiva è tutto ciò che è fatto da aziende, governi, scuole e università, ONG, territori e dalla società civile per preparare un futuro migliore a chi verrà dopo di noi”.
Se il Positive Economy Forum ha già voluto guardare all’edizione 2017 “il cui focus sarà su temi quali l’agricoltura, il turismo e le città positive”, come ha sottolineato Antonio Tinelli, coordinatore del comitato sociale della Comunità, tante le innovazioni importanti presentate in questa edizione. Fra queste, quella di Banca Carim presentata dal suo presidente Sido Bonfatti: «Sono molti gli istituti che aiutano finanziariamente le difficoltà d’impresa, ma non le famiglie indebitate. Quello che vogliamo fare è mettere in atto procedure di rifinanziamento del debito familiare. Abbiamo notato che il gioco d’azzardo, con un milione e mezzo di giocatori patologici è, insieme a crisi del lavoro e usura, uno dei motivi del dramma del sovra indebitamento per troppe famiglie italiane. Per far fronte a queste problematiche vogliamo organizzazione di centri di ascolto e di consulenza gratuita, collaborazione con enti no-profit e accordi con ordini di professionisti in materia giuridica, per l’abbattimento dei costi di avvio di un progetto di finanziamento familiare».