Preferenza unica, bocciata l'Istanza d'Arengo; Forcellini: "I politici non possono fare e disfare a proprio piacimento le regole"
La discussione dell’istanza d’Arengo che chiedeva il ripristino della preferenza unica necessita una riflessione profonda. Per due volte l’esito del referendum del Maggio 2016 è stato rimesso in discussione dal Consiglio che in maniera compatta (senza distinzione tra maggioranza e opposizione) si è espresso CONTRO la volontà popolare che ha votato per la preferenza unica. La prima volta nell’Agosto del 2019, quando a poco più di tre anni dal referendum votò l’articolo 4 della legge qualificata n.2 del 5 Agosto 2019 e la seconda volta nella giornata del 14 Settembre 2021, quando l'aula consiliare ha respinto l’istanza d’Arengo. Occorre sottolineare che in una democrazia coloro che sono eletti da parte della cittadinanza con regolari elezioni DEVONO esercitare il loro ruolo NEL RISPETTO DELLA VOLONTA’ POPOLARE. Questo è il senso della democrazia rappresentativa. Dall’altra parte, istituti quali le istanze d’Arengo, i referendum e le elezioni costituiscono gli strumenti con i quali la democrazia diretta si esplica. In altri termini, ciò non significa che una volta eletti, i rappresentanti dei cittadini possono fare e disfare a proprio piacimento le regole! Altrimenti si esce da una forma di democrazia per entrare in qualcosa di diverso che prevede un potere politico incontrollabile da parte del popolo, nel quale non risiede più la sovranità, come invece deve accadere in una democrazia. Ecco allora, che, ispirandoci alle parole del filosofo Popper, si è costretti a sostituire alla domanda “Chi deve governare?” la nuova domanda “Come possiamo organizzare le istituzioni politiche in modo da impedire che governanti cattivi o incompetenti facciano troppo male?” (La società aperta e i suoi nemici, I, 156-157).
Comunicato stampa
Davide Forcellini, comitato raccolta firme
[Banner_Google_ADS]